Il fantasista ha deciso l’ultima partita e messo la firma su tre punti pesanti: “E’ fondamentale dare il massimo, a prescindere che uno resti in campo 90 minuti, 30 o 15. Poi le scelte le fa il mister e io sarò sempre a disposizione. Per vincere c’è da soffrire sempre e io sono convinto che possiamo fare ancora meglio”

Fantasia al potere e un sinistro che canta. Filippo Guccione, 31 anni tra pochi giorni, è stato il primo acquisto del calcio mercato, rinforzo di categoria per un reparto d’attacco che aveva bisogno di esperienza, di giocate di qualità, di palloni messi all’incrocio proprio come è successo lunedì sera contro il Gubbio, anche se il vento che spirava forte ha dato una mano.

“Il mio obiettivo era di calciare verso la porta – ha detto il trequartista. Sono contento sia andato a finire in rete perché ci ha portato tre punti che ci teniamo stretti. E’ un gol che ha significato molto per me e per la squadra”.

Una carriera con discese e risalite, una classe cristallina e l’abitudine a buttarla dentro fanno di Guccione uno degli elementi su cui l’Arezzo punta di più. Indiani lo ha schierato come esterno offensivo nel 433, come sotto punta quando ha disegnato un modulo più vicino al 4231 e come mezz’ala pura nell’ultima parte di gara a Recanati. Ma il meglio di sé Guccione lo deve ancora esprimere.

“In rosa siamo 25 o 26 e secondo me fino a questo momento stiamo tutti facendo la nostra parte. E’ fondamentale dare il massimo, a prescindere che uno resti in campo 90 minuti, 30 o 15. Dal punto di vista personale penso di poter dare tanto alla squadra. Poi le scelte le fa il mister e io sarò sempre a disposizione”.

La trasferta di Pesaro dietro l’angolo, la continuità di prestazioni e risultati da trovare, la solidità di squadra da raggiungere per blindare la classifica e tenersi la zona calda alle spalle. Sono questi gli obiettivi del prossimo futuro.

“Stiamo lavorando sodo per toglierci le soddisfazioni che meritiamo noi e la tifoseria. Da questo punto di vista il gol con il Gubbio è stato una liberazione, nel secondo tempo abbiamo faticato. Questo è un girone in cui non puoi rilassarti né sottovalutare nessuno. Per vincere c’è da soffrire sempre e io sono convinto che possiamo fare ancora meglio”.