Esattamente dodici mesi fa l’Arezzo annunciava l’acquisto di quello che sarebbe diventato il suo attaccante principe: 7 gol nella scorsa stagione, altri 6 in serie C. Leadership e carisma di un centravanti che fa valere la sua esperienza in un campionato dove in testa alla classifica marcatori ci sono solo trentenni

Esattamente un anno fa (era il 18 novembre) l’Arezzo annunciava l’arrivo di Niccolò Gucci per rinforzare il reparto offensivo, dove Cherif Diallo e soprattutto Samake Boubacar stavano facendo fatica a inserirsi nei meccanismi di gioco di un 433 che privilegiava soprattutto l’inventiva degli esterni del tridente. Classe 1990, fresco di rinnovo triennale e con la fascia di capitano al braccio, Gucci aveva dovuto suo malgrado lasciare la Vis Pesaro per divergenze tecniche con l’allenatore David Sassarini, che un centravanti con quelle caratteristiche non lo riteneva troppo funzionale.

E quando l’Arezzo chiamò, Gucci si rimise in gioco, accettando di scendere di categoria con l’obiettivo di segnare gol pesanti, vincere il campionato e rientrare nei professionisti dalla porta principale. Obiettivi centrati nonostante aleggiasse qualche dubbio sulle sue potenzialità: l’anagrafe era (è) quella di un calciatore con più carriera alle spalle che davanti, la condizione fisica da rifinire e migliorare, mentre l’Arezzo non poteva perdere tempo.

E’ andata com’è andata: 7 gol in 22 presenze, tutti pesanti come il marmo, 4 dei quali segnati sullo 0-0 (a Trestina, con il Poggibonsi, con il Città di Castello, a Livorno), uno con l’Arezzo in svantaggio contro il Grosseto, 2 per chiudere i giochi contro Orvietana e Gavorrano. In più un’influenza positiva sullo spogliatoio fatta di atteggiamenti giusti, esempi concreti, leadership nel vero senso della parola. Senza contare l’abilità di sfruttare al massimo le occasioni, non moltissime in verità, che la squadra riusciva a procurargli.

Il prolungamento di contratto per un’altra stagione è venuto naturale ma nessuno si sarebbe aspettato di trovare Gucci, dopo 13 giornate di campionato, in testa alla classifica marcatori del girone, sia pure in coabitazione. E invece così è, perché l’attaccante è partito con il piede giusto e ha già messo dentro 6 palloni: 3 sullo 0-0 (Rimini, Entella, Spal), due con l’Arezzo sotto (Pescara, Pineto), uno per mettere in ghiaccio il match (Spal). Dettaglio da non sottovalutare: le presenze di Gucci sono 12, con la gara di Pesaro saltata per infortunio e quelle contro Olbia, Ancona e Pineto disputate solo per spezzoni. In totale fanno 829 minuti, per una media di un gol ogni 138 minuti.

In un campionato equilibrato come questo, spicca il fatto che in testa alla classifica dei bomber ci siano solo giocatori di una certa età. Gucci, 33 anni, divide il primo gradino del podio con Catanese (1993) del Pontedera, che è un centrocampista e che in realtà è un imbucato in questa speciale graduatoria. Poi ci sono Corazza (1991) del Cesena, Volpicelli (1992) del Pineto e Morra (1995) del Rimini, che abbassa di poco la media.

Resta da dire che Gucci in serie C è andato in doppia cifra solo una volta, con la Pro Patria nel 2018/19. E che l’Arezzo si augura possa concedere il bis quest’anno.