L’Arezzo si è preso tre punti importanti a Fermo anche se ha sofferto più del dovuto, concedendo 2 gol evitabili: in totale quelli al passivo sono 23 (8 beccati di testa, 16 nell’ultima mezz’ora) e sono troppi. Ma ci sono pure cose buone: la squadra è viva, con questo passo chiuderebbe a quota 48 e sarebbe salvezza tranquilla, mentre Indiani nell’ultimo periodo ha ridotto drasticamente le rotazioni. Nel frattempo Guccione e Pattarello stanno consolidando un’alchimia rara, fatta di assist, intuizioni e giocate di classe
GOL E PATEMI – Guccione regala all’Arezzo una vittoria meritata, pesante, rassicurante e troppo sofferta, anche se è vero che in questo girone non si può mai stare tranquilli. Il fatto è che sono bastati due cross per rimettere in discussione una partita indirizzata verso l’epilogo migliore e questo della fragilità difensiva, della difficoltà nella gestione, è un difetto che riemerge costantemente da inizio campionato. La squadra ha preso gol con Borra e Trombini, con Polvani e Chiosa, con Mawuli e Bianchi, con Lazzarini e Coccia. Con tutti. E ne ha presi 23 in 14 giornate, 8 di testa, 16 nell’ultima mezz’ora. Più che scarsa attitudine dei singoli, sembra proprio un difetto strutturale. E va risolto sul campo, perché il mercato riapre a gennaio.
COSE BUONE – Detto ciò, considerando che la squadra ha 18 punti, è a +6 sui playout (in attesa di Vis Pesaro-Torres), non è mai stata dentro la zona pericolosa, ha trovato il gol 11 volte su 14, ha come obiettivo primario la permanenza in categoria e come obiettivo secondario la parte sinistra della graduatoria, vanno messe in evidenza pure le cose buone. E per fortuna ce ne sono. Del piede caldo di Guccione (tripletta a Fermo, 5 gol totali) abbiamo già detto. Merita il circoletto rosso anche l’incisività di Pattarello (salito a 5 assist + 2 gol + 2 rigori procurati): era uno di quelli più attesi a inizio stagione, con i margini di miglioramento più ampi. Non sta tradendo le aspettative.
FORMAZIONE – Indiani ha cambiato approccio alle partite. Prima la rotazione dei giocatori era una costante, adesso la musica è diversa. Nelle ultime quattro giornate la linea difensiva è rimasta sempre identica: Borra Montini Masetti Risaliti Coccia. Settembrini ha giocato sempre 90 minuti, Mawuli sempre titolare tranne con il Pineto (era squalificato), Pattarello sempre nell’undici iniziale, Guccione dal primo minuto cinque volte nelle ultime sette. L’allenatore sta cercando continuità e non è una scelta sbagliata. Anzi, più che una scelta si tratta di necessità.
TIRI MANCINI – Parlare lo stesso linguaggio, nel calcio, è un’alchimia rara. Guccione e Pattarello, mancini di talento, se ne stanno giovando già da diverso tempo con le giocate, con la ricerca dell’uno-due, con gli assist. A Pesaro furono loro due a ricamare l’azione del vantaggio. La settimana scorsa Guccione mandò in porta Pattarello con un filtrante di rara bellezza e il 10 si guadagnò il rigore. A Fermo, Pattarello ha scaricato palla sul 7 per due volte e la seconda è stata un’intuizione formidabile grazie agli occhi dietro la testa, fidandosi della voce del compagno, smarcandolo davanti al portiere. Gli equilibri cambieranno, ci sta, le condizioni di forma anche. Durante la stagione può darsi che moduli e interpreti subiranno variazioni. Ma il feeling, se c’è, è per sempre.
MEDIA PUNTI – L’Arezzo è una squadra con dei difetti ma viva, ingenua talvolta ma pugnace, incostante ma con picchi di alta qualità. Per essere una neopromossa, con tanti debuttanti in serie C, finora non ci possiamo lamentare, anzi. Giusto godersi i 3 punti. Con questa media l’Arezzo chiuderebbe a 48: vorrebbe dire salvezza e forse anche playoff.