Cosmi con Nofri e Di Loreto, capitani delle promozioni del 1996 e del 1998

Ieri il primo evento del cartellone organizzato da Orgoglio Amaranto per celebrare il centenario dell’Arezzo. Al teatro Pietro Aretino i protagonisti delle promozioni del 1996 e del 1998: tre ore di leggerezza in cui si è parlato di ballerine e premi partita spariti, sassate alle finestre e gol rubati. Tre ore volate via

Ci sono vittorie che fanno breccia, entrano nel cuore e non ne escono più. Questione di alchimia, di sentimenti, non solo di gol. Le promozioni del 1996 e del 1998 rientrano in questo novero ristretto, nonostante l’Arezzo giocasse in categorie minori come la D e la C2. Eppure chi ha vissuto quelle stagioni se le porta addosso, tatuate sulla pelle in modo indelebile.

Era un calcio più genuino, più a misura d’uomo e di tifoso, più pane e salame e questo sia detto non per sminuire ma anzi per valorizzare l’atmosfera che si respirava all’epoca. La stessa che c’era ieri sera a teatro, nel primo evento di un cartellone che Orgoglio Amaranto ha organizzato per celebrare, nell’anno del centenario dell’Arezzo, alcune delle vicende più significative di un secolo denso di tormento ed estasi.

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La solita, sferzante schiettezza di Cosmi ha fatto da filo conduttore, annodandosi ai ricordi dei capitani Nofri e Di Loreto e dei numerosi protagonisti di quelle promozioni che si sono ritrovati fianco a fianco. Molti di loro si sono riabbracciati per la prima volta a distanza di 27 e 25 anni. E aver gabbato il tempo, almeno per una sera, ha dato quel tocco di magia a una carrellata impagabile di aneddoti, episodi inediti e curiosi, raccontati con leggerezza in mezzo a un sacco di risate e un velo di nostalgia.

Il pubblico presente ha potuto ascoltare storie di macchine ribaltate e ballerine brasiliane, signorine al lavoro lungo la strada e sassate alle finestre, rigori sbagliati e premi partita mai pagati, giocatori nudi dentro un carrello della spesa e gol rubati. Tre ore di divertimento, di senso d’appartenenza, di vita vissuta. Tre ore che, come succede quando si sta bene in mezzo a vecchi amici, sono letteralmente volate via.