il settore ospiti in festa nel playout del 2002

Carrara, 26 maggio 2002, partita di ritorno degli spareggi per non retrocedere in C2. Gli amaranto riescono a ribaltare la sconfitta dell’andata con un clamoroso 3-0 davanti a un manipolo di tifosi. Tra gol all’ultimo minuto, papere del portiere e una fantomatica valigetta

26 maggio 2002, partita di ritorno degli spareggi per non retrocedere in C2. All’andata gli amaranto hanno perso in casa 2-1: illusorio il vantaggio di Clementini, vanificato dal pari di Fiorentini e dal raddoppio apuano di Sinato al 94esimo. 

L’ennesima beffa di una stagione deludente, chiusa al penultimo posto. Per la gara decisiva allo stadio dei Marmi non ci sono grandi speranze, tant’è che al seguito della squadra parte soltanto un manipolo di tifosi con uno striscione eloquente: ”a caccia di miracoli”.

E invece, a testimonianza che nel calcio non è finita finché non è finita, l’Arezzo segna un gol all’ultimo minuto del primo tempo con Amore. Alla prima azione della ripresa raddoppia con Aglietti e tutto cambia, finché Testini (con la gentile collaborazione del portiere Zahalka) infila dentro addirittura il tris di una incredibile e insperata salvezza.

Su quella partita, negli anni, si è detto e sentito un po’ di tutto: dalla papera sospetta di Zahalka a una fantomatica valigetta con cui il presidente Piero Mancini si sarebbe presentato a Carrara.

Resta il fatto che la vittoria per 3-0 rappresentò il lieto fine di un’annata tormentata e tribolata proprio come quella attuale, anche se per motivi diversi. Domenica, rispetto a quel pomeriggio di fine maggio, i tifosi aretini saranno molti di più. Sempre a caccia di un magico colpo di coda.