L’ultima vittoria apre un percorso diverso per una squadra che ha trovato la giusta maturità all’inizio del girone di ritorno. Pattarello, a segno davanti al settore ospiti di Carrara come era capitato a Tremolada e Cutolo, è l’uomo copertina anche grazie alla società, che ha gestito le dinamiche di mercato nel modo migliore. Adesso, con gli innesti di Donati e Catanese, la qualità media si alza. E potrebbero succedere tante cose

E ORA? – Quella di Carrara è una vittoria che schiude orizzonti nuovi perché conquistata su un campo inviolato fino a ieri, contro un avversario di rango, con giocate di qualità assoluta e con quel venticello alle spalle che mancava da un po’. L’Arezzo in stagione ha perso e pareggiato partite in cui avrebbe meritato il risultato pieno più di stavolta ma questo è il calcio. E siccome vincere aiuta a vincere, adesso potrebbero succedere tante cose.

SERIE UTILE – Non è casuale che una prestazione del genere sia arrivata adesso, a coronamento di un processo di crescita generale che valorizza le scelte fatte nei mesi scorsi e lascia ben sperare per il futuro. La squadra non aveva mai messo insieme quattro risultati utili di fila né vinto due partite consecutive: c’è riuscita in avvio del girone di ritorno, con una maturità e uno spirito che prima non aveva. Come al solito, il lavoro paga.

GENTE DI CALCIO – Pattarello è l’uomo copertina di questi giorni. Il caso della sua possibile cessione ha segnato un punto di svolta perché è stato gestito come fanno gli uomini di calcio. Una volta, rimembrando come andavano le cose da noi, sarebbe stato ceduto per fare cassa. Oppure, a fronte della richiesta di un prolungamento, spedito fuori rosa e additato al pubblico ludibrio. Qua il prolungamento (più adeguamento) l’ha messo sul tavolo direttamente la società e in tre giorni ha chiuso la telenovela. Pattarello magari partirà in estate con relativa plusvalenza ma il modus operandi è quello giusto.

MINA VAGANTE – Donati a destra in difesa e Catanese dalla metà campo in su possono irrobustire lo spessore della squadra. Crescono le alternative, sale il livello medio, aumenta la concorrenza: se il gruppo è sano, e tutto lascia presagire di sì, ne trarranno tutti beneficio. La classifica è corta e Indiani fa bene ad allontanare il pericolo dell’euforia, però l’Arezzo è a +7 sui playout e a +4 (considerando gli scontri diretti con il Rimini) sul decimo posto. Il ruolo di mina vagante non è più una chimera.

OCCHIO AI NUMERI – Con il mercato ancora aperto l’auspicio, tenendo in memoria le vicissitudini di una società ripartita tre volte dalla D negli ultimi trent’anni, è che l’asticella degli obiettivi e il monte ingaggi vengano alzati in modo oculato. I conti sono stati pressoché risanati e ci sono voluti tempo e sacrifici. Per ributtarli all’aria invece bastano due balletti.

PANCHINA SALDA – In questo new deal amaranto è passato di moda anche l’esonero dell’allenatore, tornato a essere quello che dovrebbe: una soluzione estrema in caso di assoluta necessità e non il riflesso condizionato, e compulsivo, al minimo intoppo. In altri periodi Indiani oggi sarebbe ancora sulla panchina dell’Arezzo. Ma dopo essere stato cacciato, magari dopo lo 0-3 di Ancona, e richiamato per il flop del suo successore.

STADIO DA 10 – Carrara è stata spesso palcoscenico di giornate memorabili. Il 14 gennaio 2024 non sarà al livello del 26 maggio 2002 o del 5 maggio 2018 ma per intensità emotiva ci va molto vicino. Si allunga inoltre la lista dei numeri 10 a braccia levate verso il settore ospiti: dopo Tremolada (2016) e Cutolo (2019), in quella porta ha segnato pure Pattarello. E la storia continua…