Domani la riunione del gruppo operativo di sicurezza che avrà l’ultima parola sulla questione. Tre casi diversi negli ultimi mesi in Lega Pro: Juve Stabia, Avellino e Cesena. L’Arezzo spera in un epilogo positivo

E’ prevista per domani la riunione del gruppo operativo di sicurezza in vista della partita di domenica contro la Virtus Entella (ore 18.30). Sul tavolo, oltre alle consuete misure di ordine pubblico, c’è anche il provvedimento di chiusura della curva sud, deciso dal giudice sportivo a causa del petardo che venne lanciato dal settore ospiti di Ancona, dove erano sistemati i tifosi amaranto, nella trasferta del 26 ottobre. Il botto stordì un fotografo che andò a farsi refertare al pronto soccorso e di lì è arrivata la sanzione.

L’Arezzo ha annunciato ieri che, almeno per il momento, gli abbonati della Minghelli non potranno acquistare tagliandi di altri settori. Ma la società in queste ore si è mossa per studiare le carte federali e, alla luce dei precedenti dei mesi scorsi, capire se può essere trovato il modo per non perdere i 1.101 tifosi che sono in possesso della tessera stagionale per la sud.

Qualche spiraglio c’è, anche perché la casistica non è numerosa. Di sicuro non esiste una norma specifica che vieta l’accesso degli abbonati a un’altra parte di stadio, anche se poi il giudice sportivo avrebbe campo largo per sentenziare. Restando alla Lega Pro, ci sono tre precedenti simili a quello dell’Arezzo.

A settembre la Juve Stabia affrontò l’Avellino con la curva San Marco chiusa e, per aggirare l’ostacolo, regalò 752 biglietti di tribuna ai propri sostenitori. Risultato: due mesi di inibizione commutati in seimila euro di ammenda per il legale rappresentante Filippo Polcino e diecimila euro di ammenda per la società. Le motivazioni furono queste: per aver consentito che i tifosi abbonati alla “Curva San Marco” potessero accedere allo stadio in diversa tribuna malgrado la sanzione della chiusura del proprio settore; e per la violazione del divieto di contribuire con interventi finanziari o altre utilità al mantenimento di gruppi organizzati e non organizzati dai propri sostenitori.

Un provvedimento diviso in due parti quindi, che non esclude al cento per cento la possibilità di sanzioni. Nella gara di ritorno, il 13 gennaio, è stato l’Avellino a trovarsi con la curva di casa squalificata. Il club irpino, dopo il via libera del Gos, non ha regalato i biglietti ma li ha messi regolarmente in vendita. I biancoverdi si sentono al sicuro e solo il tempo dirà se è veramente così.

Il terzo caso è quello del Cesena, che il 20 gennaio contro il Pontedera ha dovuto giocare con la curva Mare inaccessibile. Il club bianconero, per tagliare la testa al toro, ha deciso di “confermare l’impossibilità dell’accesso allo stadio per gli abbonati, anche per evitare ulteriori provvedimenti potenzialmente lesivi dei propri tifosi”. Ma in quel caso c’era anche un problema logistico legato allo spostamento di migliaia di tifosi in un altro settore.

L’Arezzo, come detto, si sta muovendo su una linea diversa, con la gente che spinge per avere accesso al Comunale, anche a costo di pagare per intero il biglietto di tribuna. Il che sarebbe sicuramente penalizzante per chi, in tempi non sospetti, aveva sborsato gli euro necessari per l’abbonamento. L’ultima parola spetterà alla questura.