Niccolò Gucci, 10 gol in stagione

L’attaccante arrivò in biancorosso a gennaio del 2021 e sembrava una storia destinata a condurlo a fine carriera: feeling con la piazza, rendimento ottimo, fascia di capitano, allungamento di contratto. Poi le cose cambiarono e l’Arezzo non si fece sfuggire l’occasione d’oro, ingaggiando il centravanti che ha dato una svolta alla scorsa stagione e che ha realizzato 10 reti in questa. Al Perugia, suo vecchio club, ha già segnato. I tifosi sperano che domenica conceda il bis

Il gol dell’ex lo ha già segnato al Perugia a dicembre. E adesso gli capita una seconda opportunità contro la Vis Pesaro, club da cui l’Arezzo lo ha prelevato a ottobre dell’anno scorso. Niccolò Gucci, classe 1990, di squadre ne ha girate tante in carriera: Figline, Fortis Juventus, Scandicci, Perugia per l’appunto, Borgo a Buggiano, Pistoiese, Poggibonsi, Correggese, Fano, Varese, Pro Patria e infine Vis Pesaro.

In biancorosso sembrava aver trovato l’approdo definitivo, il porto sicuro dove chiudere una carriera da giramondo. La famiglia poco più in là, a Fano, una piazza sanguigna come quasi tutte quelle marchigiane, un impatto positivo con l’ambiente: c’erano tutti i presupposti per andare d’amore e d’accordo fino a chissà quando, tant’è che la società gli aveva addirittura prolungato il contratto fino al 2026, mettendogli al braccio la fascia di capitano dopo 11 gol in una stagione e mezza.

Invece nel calcio le situazioni cambiano in un attimo e l’arrivo di Sassarini in panchina rivoluzionò tutti gli scenari. Gucci mai titolare, soltanto pochi spezzoni e la definitiva rottura, che per la Vis fu un epilogo amaro e per l’Arezzo l’occasione dell’anno. Diallo e Boubacar andavano a corrente alternata e uno come Gucci, in una serie D da vincere a tutti i costi, era il tassello che completava il puzzle.

Gucci con la sciarpa della Vis Pesaro

E così è stato. Quattro presenze senza segnare e poi è cambiata la musica: gol al Trestina, gol al Poggibonsi, gol all’Orvietana, gol al Gavorrano. Il resto è storia: il lob contro il Città di Castello, la capocciata di Livorno, l’avvio della rimonta contro il Grosseto. Totale: 7 reti più una nella poule scudetto, viatico ideale per il ritorno tra i professionisti dove avrebbe dovuto essere il centravanti di scorta, alle spalle di qualcuno più giovane, più forte, più bomber. E invece no.

Gli intrecci di mercato e, soprattutto, il rendimento sul campo lo hanno designato titolare senza se e senza ma, uno dei pochi risparmiati dal frenetico e democratico turn over di Indiani. Per lui già 10 gol messi a segno, il traguardo della doppia cifra raggiunta e quello del record di segnature in serie C a un passo di distanza. Generoso, uomo squadra, sempre al servizio dei compagni, si è guadagnato l’allungamento di contratto fino al 2025 dopo essersi guadagnato il titolo di giocatore dell’anno grazie ai voti di critica e tifosi.

All’andata un problema muscolare lo costrinse in panchina per tutti i novanta minuti. Stavolta si troverà a sfidare il suo passato recente, che poteva condurlo verso l’epilogo più morbido possibile e invece lo ha costretto a rimettersi in discussione. Una sterzata secca ma, col senno di poi, tutt’altro che negativa: nel cv c’è un altro campionato vinto, gol da sballo come quelli al Pescara, alla Spal, alla Torres e un pubblico che gli vuole bene. E che festeggerebbe volentieri un’altra sua prodezza da tre punti.