Guglielmo Manzo insieme a Paolo Indiani

Il tecnico ha in mano un poker d’assi: la promozione dalla D con tre turni d’anticipo, l’ottavo posto in C con annessi playoff, la valorizzazione dei giovani. E il contratto fino al 2025. Ma vuole anche delle garanzie, specie dopo l’addio del dg Giovannini, e la certezza di una fiducia a 360 gradi. Per il ds Cutolo si tratta della prima scelta “forte” della carriera, in previsione di un campionato in cui alzare l’asticella. Altrimenti la società dovrebbe valutare altre ipotesi: Braglia, Dal Canto, Barilari, Vecchi e Caserta alcuni dei profili vagliati

Pochi giorni per conoscere il futuro di Paolo Indiani. La settimana in corso è quella decisiva e, salvo imprevisti, non si andrà oltre domenica per capire quale strada imboccherà l’Arezzo. Gli scenari sono in evoluzione anche se l’ipotesi della conferma, rispetto alle previsioni iniziali, sta prendendo quota. Il tecnico ha in mano un poker d’assi di tutto rispetto: la promozione dalla D con tre turni d’anticipo, l’ottavo posto in C con annessi playoff, la valorizzazione dei giovani. E il contratto fino al 2025. Numeri alla mano è quasi inattaccabile, anche se nel calcio il passato conta relativamente e gli accordi firmati hanno valore fino al primo periodo di crisi. Poi diventano quasi carta straccia.

Indiani ad Arezzo, si capisce da tante dichiarazioni, sta bene. Alla soglia dei 70 anni si è riconquistato il professionismo in una piazza calda, appassionata, che al di là delle fisiologiche divergenze d’opinioni gli ha sempre riservato vicinanza e affetto. Cambiare di nuovo, anche per uno come lui che si è seduto su una miriade di panchine diverse, non sembra una priorità. Qua oltretutto conosce alla perfezione la rosa che ha contribuito a plasmare e che rappresenta un’ottima base di partenza per il prossimo torneo, quando l’asticella dovrà essere alzata sopra i 53 punti di quest’anno.

E’ chiaro che però, prima di ripartire insieme, Indiani chiederà delle garanzie. La prima riguarda la fiducia che dev’esserci nella controparte sulla sua metodologia d’allenamento e sugli obiettivi da raggiungere. Senza il dg Giovannini, che lo portò ad Arezzo due estati fa e che l’ha schermato e tutelato nei momenti difficili, ogni spiffero d’aria rischia di diventare un tornado, con le conseguenze del caso. Il tecnico, come accadde l’anno scorso, potrebbe pure chiedere l’allungamento del contratto fino al 2026, in modo da coprirsi le spalle con un biennale e mitigare il rischio di una rottura a campionato cominciato. Vi è però da dire che, sotto questo aspetto, la nuova normativa che consente agli allenatori esonerati prima di dicembre di accasarsi altrove nel corso della stessa stagione, ha modificato sensibilmente gli scenari.

il ds Nello Cutolo

E l’Arezzo? Dopo la rottura improvvisa con Giovannini, salutare pure Indiani significherebbe dare un taglio netto con il recente passato. Il che aprirebbe prospettive nuove, anche stimolanti forse ma con un margine d’incertezza più alto. Mettere le basi per trattenere il mister di Certaldo garantirebbe al contrario un minimo di continuità al progetto tecnico che, dal punto di vista dirigenziale, dovrà essere invece completamente ridefinito e ristrutturato.

A oggi il peso di questa scelta ricade quasi integralmente sulle spalle del ds Cutolo ed è la prima in solitaria della carriera: dovrà essere lui a decidere se Indiani è l’allenatore giusto per puntare più su dell’ottavo posto, se ci sono le condizioni dentro lo spogliatoio per confermare un tecnico esperto, bravo ma con alcuni spigoli e alcune specificità nell’impostazione del lavoro. Il caso di Chiosa, tra i più forti e più esperti in difesa, escluso per scelta tecnica nella seconda parte del girone di ritorno, e le rotazioni nell’undici titolare, modificato ogni settimana, rappresentano due dati emblematici della gestione Indiani.

E poi, sullo sfondo, c’è la questione Sebastiani. L’attaccante, genero del presidente Manzo, è arrivato a dicembre dal Trastevere (serie D). Dopo la frattura del setto nasale, Indiani gli ha concesso 6 presenze e 65 minuti totali: un utilizzo così centellinato a volte ha alzato fin quasi al livello di guardia la tensione tra proprietà e allenatore. Anche questo sarà un aspetto da chiarire per evitare intoppi durante la stagione.

Le probabilità di permanenza di Indiani ad Arezzo, cercando di quantificare, oggi sono sopra il 50%. Ma i tasselli devono ancora andare al posto giusto. Va aggiunto che il tecnico, se il tavolo saltasse, avrebbe diverse offerte tra cui scegliere, alcune in concorrenza con l’amico Braglia, il cui nome è stato accostato pure alla società amaranto. Senza Indiani, il club dovrebbe innanzitutto decidere se indirizzarsi verso un successore esperto o un emergente: l’ex Dal Canto, Barilari (in uscita dal Sestri Levante), Vecchi (impegnato ai playoff con il Vicenza) e Caserta (quest’anno a Cosenza fino a marzo) alcuni dei profili vagliati.