Il capitano premiato a Porta Santo Spirito: “Dispiaciuto per il direttore, senza di lui chissà se oggi sarei ad Arezzo… Quella è stata la decisione migliore per me, sogno di chiudere in amaranto la carriera e di vincere un altro campionato. Ho altri due anni di contratto, infondata qualsiasi voce che mi vuole altrove. Con il mister nessun problema, le sue scelte sempre in buona fede. L’anno prossimo spero di avere più continuità”

E’ un momento di passaggio per l’Arezzo, che si è separato da Paolo Giovannini e deve ancora sciogliere il nodo della conferma di Paolo Indiani in panchina. L’anno prossimo non ci sarà più il direttore generale, vero architetto del progetto dell’ultimo biennio, e bisognerà capire se resterà l’allenatore che il progetto l’ha portato sul campo, traducendolo in risultati.

Di sicuro rivedremo ancora Andrea Settembrini. Ieri sera a Porta Santo Spirito, alla fine della serata dedicata alla consegna del Cavallino d’oro e della Perla amaranto, il capitano (omaggiato con una targa dal quartiere gialloblu) ha parlato in modo chiaro del suo futuro, sgomberando il campo dalle indiscrezioni di mercato: “Mi fa piacere l’affetto che mi riservano i tifosi e la scelta che ho fatto due anni fa, quando sono sceso in D per amore di questa piazza, è stata la migliore per me. Ho altri due anni di contratto, resterò senza dubbio: smentisco qualsiasi voce che mi vuole altrove. Il mio sogno è chiudere qui la carriera e magari vincere un altro campionato. Sarebbe la ciliegina sulla torta per me e per la città”.

In amaranto Settembrini ci è arrivato nell’estate 2022 proprio grazie a Giovannini, all’inizio di una campagna acquisti i cui effetti si avvertono ancora oggi, visto che molti di quei calciatori comporranno la rosa del prossimo torneo: “Sono dispiaciuto per il direttore, senza di lui chissà se oggi sarei qui… Purtroppo nel calcio capitano queste situazioni ma io sono sicuro che con questi compagni, con questi uomini potremo fare grandi cose”.

Punto di riferimento nello spogliatoio, calciatore tra i più esperti del gruppo, nemmeno Settembrini è sfuggito alla ferrea logica delle rotazioni messa in atto da Indiani. Per un paio di mesi è finito ai margini dell’undici titolare, recuperando il posto solo nel finale di stagione: “Le decisioni del mister vanno rispettate anche quando fanno male. Lui le ha sempre prese in buona fede e io, essendo il capitano, devo dare l’esempio, perché stare fuori è difficile per tutti. In ogni caso sono sempre rimasto sereno: sapevo di stare bene fisicamente e difatti, quando ne ho avuto l’opportunità, credo di averlo dimostrato. L’anno prossimo, questo sì, mi piacerebbe trovare più continuità”.