Il Docfap in via di ultimazione: potrebbe essere cancellata la torre/foresteria, ridotta l’area commerciale, costo complessivo sui 15/18 milioni. L’assessore Scapecchi: “Nel mese di luglio l’incontro con la dirigenza”. La storia del Città di Arezzo: dall’inaugurazione nel 1961 ai restyling del 1982, 1990 e 2004

Quando il discorso scivola sul progetto del nuovo stadio, tutti incrociano le dita. Anche il presidente Guglielmo Manzo, che a questo tema ha dedicato grande attenzione nell’ultimo periodo. L’Arezzo calcio sta preparando il Docfap (documento di fattibilità), la cui redazione si è rivelata più complessa del previsto. Per questo la presentazione dell’incartamento al Comune è stata posticipata nel tempo: da aprile a maggio, poi a giugno e adesso a luglio, come ha anticipato l’assessore Federico Scapecchi

Stadio nuovo

Il progetto, curato da M28Studio di Roma, è quello di costruire un impianto per una capienza totale di circa 12.140 posti (soglia sufficiente per l’omologazione Uefa), tutti a sedere e tutti coperti. I settori attuali verrebbero tutti abbattuti tranne la tribuna coperta, mentre ci sono riflessioni in corso riguardo la torre che doveva sorgere tra curva nord e maratona, destinata a ospitare uffici e foresteria. Questo elemento architettonico potrebbe essere depennato dalla stesura definitiva. Ridotta anche la superficie destinata al commerciale: da 12 mila metri quadrati a poco più di mille, per non finire sotto la lente d’ingrandimento della Regione ed evitare che l’iter burocratico si allunghi. L’investimento complessivo, da finanziare tramite capitali privati, credito sportivo e mutui bancari, era stato stimato tra i 22 e i 28 milioni di euro per poi scendere a 15/18 milioni.

Fanfani all’inaugurazione del Comunale nel 1961

La burocrazia

L’ultimo incontro da parte della Ss Arezzo con il sindaco Alessandro Ghinelli e l’amministrazione comunale c’era stato lo scorso 23 febbraio, con dichiarata soddisfazione delle parti. Adesso si attende il nuovo vertice, che rappresenterà un primo e importante crocevia per lo sviluppo del progetto. L’assessore Scapecchi ha poi ricordato che dal primo gennaio 2023, con l’entrata in vigore della cosiddetta “legge stadi”, il quadro burocratico generale è un po’ migliorato. Il dlgs 38/2021 , tra le altre cose, prevede la possibilità di cessione ai club, a titolo gratuito e per 99 anni, del diritto di superficie, viatico per il restyling o la ricostruzione totale degli impianti. E’ stato inoltre semplificato l’iter amministrativo, anche grazie alla riduzione dei vincoli ambientali e paesaggistici.

Addio al vecchio “Mancini”

Lo stadio (ex Comunale e oggi Città di Arezzo) ha avuto una vita piuttosto travagliata. Progettato dall’architetto Norberto Carlini e dall’ingegner Nedo Mori, venne inaugurato il 24 settembre 1961 e prese il posto del vecchio impianto intitolato a Giuseppe Mancini che si trovava a Campo di Marte. Quella domenica l’Arezzo pareggiò 0-0 contro lo Spezia: la squadra militava in serie C, guidata da mister Caciagli in panchina e Tassinari in campo, con la fascia da capitano al braccio.

Restyling

Il Comunale è poi diventato “Città di Arezzo” nel 2006, ma nel frattempo aveva cambiato aspetto diverse volte. Il giorno dell’inaugurazione c’erano soltanto la maratona e la doppia tribuna: quella inferiore e quella superiore. Quattro anni più tardi aprì anche la curva nord, mentre la sud fu costruita nel 1982, dopo la terza scalata alla B. Nel corso degli anni si sono susseguiti gli interventi di restyling, tra cui quello del 1990, quando vennero demolite le due tribune e sostituite dalla tribuna unica arrivata fino a oggi. Nel 2004 invece la vecchia curva sud, distante dal campo e con pochi gradoni, fu rimpiazzata da una struttura nuova molto più capiente e a ridosso del terreno di gioco. Oggi è intitolata a Lauro Minghelli. Da sempre apprezzato per la qualità del manto erboso, lo stadio ha dovuto adeguarsi via via alle normative che cambiavano e che hanno riguardato tetto, gradoni, seggiolini, prefiltraggi, impianto di illuminazione, ingressi, biglietterie. Il tempo è stato il nemico più subdolo, rendendo inagibile la maratona ormai da quasi vent’anni. 

Il futuro

In Italia le società che dispongono di uno stadio di proprietà sono soltanto sette: la Juventus (Allianz Stadium a Torino), il Sassuolo (Mapei Stadium a Reggio Emilia), l’Udinese (Bluenergy Stadium), il Frosinone (stadio Benito Stirpe), l’Atalanta (Gewiss Stadium a Bergamo, ancora in fase di ultimazione), la Cremonese (stadio Giovanni Zini) e l’Albinoleffe (Albinoleffe Stadium a Zanica, provincia di Bergamo). Il Comunale di Arezzo ha fatto da palcoscenico a quattro promozioni in B, una in C2, una in C1, una in Lega Pro, due ripescaggi, due fallimenti e nove tornei di D. Mai, purtroppo, alla serie A. Per quella, forse, serve un impianto nuovo. Incrociamo le dita.