Cose che hanno funzionato in Coppa contro l’Ascoli: la classe del numero 7, in odore di allungamento di contratto; due gol spettacolari; sprazzi di bel gioco. Cose da migliorare: la condizione dei mediani; la tenuta della squadra; la solidità difensiva. E domenica contro il Campobasso è già campionato
MAGO GUCCIONE – Quelle giocate lì, sia detto con tutta la reverenza possibile, le faceva Francesco Totti. Palla addosso e assist sublime grazie agli occhi dietro la testa. Filippo Guccione ha spaccato la partita di Coppa contro l’Ascoli con una perla stilistica non comune sui campi di terza serie, aprendo a Pattarello sessanta metri di campo che il 10 ha sfruttato da par suo fino a segnare il decisivo 2-1. Per Guccione si tratta del secondo assist in due partite di Coppa (da leccarsi i baffi anche quello per Gucci a Pesaro), cui aggiungere un gol segnato alla Vis e un ruolo di guastatore a tutto campo che ne fanno l’elemento cardine dell’Arezzo di oggi. Contratto in scadenza nel 2025, per lui c’è nell’aria odore di prolungamento.
ALTI E BASSI – E’ stata una partita double face quella di ieri. Pimpante il primo tempo, più sbiadito il secondo. Per 45 minuti l’Arezzo ha attaccato, pressato, anche rischiato, tenendo comunque in mano il possesso e proponendo qualche scampolo di manovra ariosa e ficcante, quasi sempre ispirato dal già citato Guccione, delizioso nei cambi gioco e combattivo all’occorrenza (l’ammonizione a inizio ripresa lo testimonia). Troise ha detto più volte che la continuità tecnica del gruppo è un vantaggio prezioso e non possiamo fare altro che confermare l’analisi, sposando la teoria del bicchiere mezzo pieno illustrata dal mister in sala stampa. Per essere al 19 agosto, in effetti, la squadra ha identità e buone idee. Gioca corta, è propositiva, attacca con tanti uomini, non dà punti di riferimento precisi. Per migliorare c’è tempo.
OSSERVAZIONI SPARSE – Il gol all’Ascoli trasuda una freddezza nell’esecuzione che Pattarello, solo un’estate fa, aveva indicato come il difetto su cui lavorare di più. Si attendono riprove, con o senza rabona. Spettacolare la rete di Chiosa, il quale con un anno di ritardo ha guadagnato i galloni da titolare con tutti i benefici del caso. Poco servito e sollecitato Gucci, che ha chiuso i 95 minuti senza aver mai calciato in porta: destino cinico ma non inconsueto per lui, che ha dimostrato con i fatti di sapervi far fronte senza piagnucolare mai. A sprazzi i tre mediani, scesi di tono con il trascorrere dei minuti. Al di là delle contingenze momentanee, viene da chiedersi se in quel reparto non ci sia bisogno di un’iniezione di qualità, di uno che sappia trovare linee di passaggio diverse, altrimenti il rischio è di finire nell’imbuto “palla a Guccione e pensaci tu”.
PRAGMATISMO – Saggio Troise nel tenere i piedi per terra, anche perché il mercato non è chiuso, manca sempre un rinforzo davanti e il calcio agostano è traditore per definizione. Oltretutto l’Ascoli ha schierato un undici verdissimo con due 2006, un 2005, due 2004, tre 2002 tra i titolari, alcuni dei quali hanno fatto bella figura (il portiere Raffaelli, il play e capitano Bando, l’esterno D’Uffizi) anche se nelle Marche sono un cantiere aperto. “A volte siamo stati poco pazienti” ha detto Troise e a volte, possiamo aggiungere, la squadra ha concesso occasioni da gol in modo ingenuo. L’Ascoli poteva segnare il 2-0, poteva segnare il 2-1 a fine primo tempo e il 2-2 appena dopo la rete di Pattarello. E’ uno dei dettagli da correggere.
ESORDIO – Domenica prossima arriva il Campobasso di quel volpone di Piero Braglia. Sarà già campionato, sarà tutta un’altra partita: più tosta, più tirata, più cattiva, più insidiosa. E questa che comincia oggi è una delle settimane più delicate della stagione.