Emanuele Troise, prima stagione in amaranto

L’allenatore ha sempre fatto dell’elasticità e della duttilità tattica un punto fermo del suo lavoro, alternando moduli e interpreti. Ma un undici più stabile adesso potrebbe garantire una costanza di rendimento più alta. Il dato sugli esterni offensivi: soltanto una volta sono stati confermati gli stessi giocatori da un match all’altro. I ballottaggi per domenica

A chi tocca domenica? Giocare a due o a tre in mezzo al campo? Quali esterni impiegare dal primo minuto? Come comporre il reparto arretrato? Sono diversi gli interrogativi che precedono la trasferta di Solbiate Arno. Troise ha sempre fatto dell’elasticità e della duttilità tattica un punto fermo del suo lavoro, alternando moduli e interpreti. Quella che doveva essere una risorsa però rischia di tramutarsi in un freno, ammesso e non concesso che la mancanza di continuità della squadra, sottolineata dallo stesso allenatore, non dipenda da altro.

Può darsi che all’Arezzo servano punti fermi piuttosto che rotazioni, specie adesso che si giocherà una volta a settimana fino a fine anno, fatta eccezione per gli intermezzi di Coppa Italia. Un undici più stabile potrebbe garantire una costanza di rendimento più alta, sia dentro i novanta minuti che da una gara all’altra, sanando quel difetto che finora ha condizionato alcuni risultati. Gli amaranto si trovano al quinto posto, piazzamento in linea con gli obiettivi della vigilia, e questo è un dato di fatto. Resta la sensazione che la squadra possa fare di più e schiacciare più a fondo il pedale del gas.

Troise nelle ultime due partite ha schierato il centrocampo a tre con Santoro play, Mawuli sul centrosinistra e Renzi sul centrodestra, ricavandone indicazioni contrastanti. Il ghanese ha fatto bene a Carpi e malino con l’Ascoli, Santoro non ha brillato come gli era successo a Sestri, nella sua prima da titolare, e Renzi è andato a corrente alternata. Settembrini, nel frattempo, scalpita. C’è anche l’opzione del 4231, ma questo vorrebbe dire rimodellare l’abito. E poi finché non torna Damiani, manca un interprete (a parte Mawuli) che si trovi a suo agio con un solo compagno di fianco in mediana.

Dietro c’è da trovare la linea che dia le garanzie maggiori. Chiosa è un punto fermo, il suo partner nel cuore del reparto invece no. Del Fabro, Lazzarini, Righetti, Gigli (al rientro dopo l’infortunio) sono alternative già sperimentate con esiti altalenanti. Vedremo domenica come si orienterà l’allenatore, considerando che di fronte avrà un avversario solitamente schierato con una prima punta e tre rifinitori.

In attacco, infine, dovrebbe toccare di nuovo a Ogunseye come terminale. Più incertezza sugli esterni, dove Troise ha utilizzato il turn over più profondo. Soltanto una volta ha confermato gli stessi giocatori da un match all’altro: è successo contro Gubbio e Ternana, quando i titolari erano Guccione e Tavernelli. Nelle altre occasioni i fantasisti amaranto si sono scambiati il posto tra campo e panchina. Pattarello ha segnato 3 gol tutti su rigore, Tavernelli e Gaddini 2 con l’aiuto di un’autorete, Guccione è fermo a: da loro il tecnico si aspetta di più.