E’ una stagione complicata per il club rossonero, che sembrava in procinto di passare al broker italo-canadese Paul Scenna. Ma la trattativa, nonostante l’ingresso nell’organigramma del nuovo direttore generale Luigi Conte, sembra essersi arenata. In campo la squadra fatica: una vittoria nelle ultime dodici giornate, tanti pareggi, terz’ultima difesa del torneo. Mister Gorgone, che dopo lo 0-5 di Terni si è visto respingere le dimissioni, rischia la panchina. Domani probabile 352 con il difensore Sabbione e l’attaccante Magnaghi elementi top
TURBOLENZE SOCIETARIE – Posticipo del lunedì per gli amaranto impegnati al Porta Elisa contro la Lucchese, che con 17 punti, appaiata alla Spal, occupa la sedicesima posizione. Dal giugno 2023 la società è in mano all’imprenditore alberghiero Andrea Bulgarella, che in passato aveva guidato il Trapani e detenuto le quote di maggioranza del Pisa, nel 2007, per cederle poi a Covarelli. Nelle ultime settimane il club pare prossimo ad un nuovo cambio societario, che potrebbe concludersi entro fine mese, anche se la trattativa con il broker italo-canadese Paul Scenna si è arenata nonostante un contratto preliminare firmato circa un mese fa. Il versamento che doveva completare l’iter di acquisto lunedì scorso non è ancora arrivato, quindi non è stato possibile concludere la cessione del club. Dei 500 mila euro necessari per l’acquisizione del pacchetto di maggioranza della Lucchese, al momento, a Scenna ne mancano da versare poco più di 130 mila. Se questo non avverrà il broker rischia di perdere i soldi già versati a meno che un altro gruppo (si parla di imprenditori del nord Italia) completi il versamento e ripiani la situazione debitoria, lasciando magari Scenna con un percentuale di quote minoritarie della società. La nomina del nuovo direttore generale Luigi Conte, ex Palermo e Imolese, che in passato aveva collaborato con Lucchesi, servirà a quanto pare a gestire la cessione, ma anche il mercato per l’ormai prossima sessione di gennaio.
PANCHINA A RISCHIO – In panchina siede sempre Giorgio Gorgone. Romano, classe ’76, una buona carriera con le maglie di Cagliari, Pescara, Perugia e Triestina, appesi gli scarpini al chiodo ha condiviso la sua storia con quella di Roberto Stellone, di cui è stato vice per diversi anni a Frosinone, Bari, Palermo, Ascoli e proprio Arezzo. Nel 2021 la chiamata del Frosinone per allenare la Primavera, guidata fino al giugno 2023. Mister caratteriale, ama il calcio offensivo e dinamico. Suo vice è l’ex amaranto Emiliano Testini. Mister Gorgone, lo scorso 17 novembre, aveva rassegnato le dimissioni dopo la cocente sconfitta esterna contro la Ternana (5-0), rifiutate dalla società dopo che la squadra aveva reagito con fermezza, manifestando la propria contrarietà all’addio del mister, assumendosi la responsabilità degli ultimi risultati. Con il gruppo si era schierato anche il direttore sportivo Claudio Ferrarese, che aveva ribadito con chiarezza e convinzione il desiderio di proseguire il percorso con l’allenatore, a conferma della fiducia e della stima che lo unisce al tecnico.
ZONA ROSSA – Nonostante questo la crisi della Lucchese non si è sopita, anzi la squadra è scivolata in piena zona play-out dopo la sconfitta di Pesaro (2-1). Nelle ultime dodici partite ne ha vinta appena una, tra l’altro nell’ultima gara casalinga contro il Pontedera (2-1), con una classifica zavorrata dai tanti, troppi pareggi (ben 8), che ne fanno la squadra con più segni X dell’intero girone. Il ko contro la Vis, arrivato dopo che i rossoneri erano passati in vantaggio, ha messo in mostra i problemi che attanagliano la squadra da inizio campionato. La difesa è reparto che appare lento e disattento, commettendo errori evitabili. In mediana manca una mente pensante che sappia legare il gioco, mentre l’attacco pecca di spunto e qualità. Analizzando anche i freddi numeri, si ha l’idea dell’annata che stanno vivendo i rossoneri: 4 punti conquistati nelle ultime 5 giornate, terza peggiore difesa del torneo (29 gol incassati), quinto peggior attacco (16 gol realizzati).
ASSENZE PESANTI – A questo vanno aggiunti i diversi infortunati. L’ex Catanese domenica ha subito la frattura delle ossa nasali, con una prognosi stimata di 30-40 giorni di stop: la sua presenza domani è legata al possibile utilizzo di una maschera protettiva. Fedato è fuori per dai primi di ottobre e Welbeck ha accusato un malore, prontamente superato, durante un allenamento, ma ancora i tempi di recupero sono incerti. A questi si aggiungono Sabbione e Magnaghi alle prese con fastidi muscolari che ne hanno condizionato la settima di lavoro, mentre Gioacchino è rientrato da poco in gruppo dopo una fastidiosa tendinite che lo ha perseguitato da fine agosto. Inoltre Gorgone dovrà rinunciare allo squalificato Fazzi.
CROCEVIA DELLA STAGIONE – Per la Lucchese sarà un derby spartiacque, perché un ulteriore risultato negativo la farebbe sprofondare ancor di più in classifica e, complice l’incertezza sul futuro societario, potrebbe ulteriormente minare l’ambiente. La difesa, come detto in precedenza, non ha mai dato durante la stagione un senso di assoluta affidabilità e anche il cambio in porta tra il giovane 2004 Palmisani, a cui è costata cara l’espulsione di Campobasso, e il più esperto Coletta, non ha dato i frutti sperati, nonostante domenica scorsa a Pesaro sia stato autore di interventi importanti. Terza linea dove tra l’altro non manca l’esperienza con Fazzi, Sabbione e Gasbarro su tutti, ma che appare spesso slegata e in ritardo nelle letture. A parziale scusante c’è il fatto che causa infortuni o defezioni, Gorgone non ha mai potuto schierare il solito terzetto. In mediana l’assenza di Gucher, ai margini oltre che per l’infortunio patito (rottura tibia) anche per scelta societaria, sta pesando. Inoltre Catanese, arrivato gli ultimi giorni di mercato proprio dall’Arezzo, sta disputando una stagione tra alti e bassi, mentre Tumbarello è impreciso e poco lucido in fase di costruzione. Antoni, esterno ex Tau, all’esordio tra i professionisti, non riesce a dare il suo apporto soprattutto in fase offensiva. Una delle poche note liete è Quirini, giocatore estremamente duttile, che sta mettendo in campo tanta corsa, grinta e voglia di mettersi a disposizione per i compagni, autore di 3 reti in stagione. In avanti manca certamente la qualità di Fedato e il solo Magnaghi non basta. L’esperto Costantino, giocatore di buon curriculum in C, due volte in doppia cifra negli anni scorsi a Monterosi, oltre 150 gol in carriera tra terza serie e D, è al di sotto delle attese.
MODULO E FORMAZIONE – Gorgone dovrebbe schierare i suoi con il 352, con le scelte che saranno influenzate dall’infermeria. Coletta in porta, linea difensiva con Frison, Sabbione e Gasbarro, con Cartano e Dumbravanu come alternativa, Gemignani e Antoni sugli esterni. Terzetto in mediana formato da Tumbarello, Quirini e se disponibile Catanese, altrimenti spazio a Djibril o magari a Gucher. In avanti Magnaghi e uno tra Costantino o Saporiti.
GIOCATORI TOP – I giocatori da temere maggiormente sono Alessio Sabbione e Simone Magnaghi. Il primo è difensore esperto, classe ’91, nativo di Genova, con tanta B alle spalle, soprattutto con il Carpi. Nato centrocampista, negli anni è stato arretrato anche per le sue doti in prima costruzione. Forte fisicamente, discreto piede, cattivo agonisticamente, abile nel gioco aereo. Magnaghi, 31 anni compiuti ad ottobre, bergamasco di Lovere, ha girato tanto in C avendo vestito tra l’altro le maglie di Viareggio, Entella, Prato, Venezia, Cremonese, Teramo, SudTirol e Pontedera, dove ha disputato a livello realizzavo la sua migliore stagione timbrando il cartellino per ben 16 volte. Il brutto infortunio di Pordenone ne ha condizionato il rendimento negli ultimi anni, ma è attaccante forte in area di rigore, potente fisicamente, con una buona tecnica di base, che non disdegna di mettersi al servizio della squadra, manovrando e creando spazi. Due estati fa accostato all’Arezzo, è il cannoniere dei suoi con 4 reti.
PRECEDENTI – L’ultimo precedente risale allo scorso 8 aprile, con la gara che si chiuse sull’1-1 con reti di Risaliti e Yeboah. Nel primo tempo Trombini parò un rigore a Rizzo Pinna.