Solo due giocatori avevano firmato un poker con l’Arezzo tra i professionisti: Ceccotti nel 1965, Bazzani nel 1999. Il numero 10 stasera ha deciso la partita con la Pianese, ritrovando la segnatura su azione manovrata che gli mancava addirittura da gennaio. Dalle critiche per l’atteggiamento indolente, l’interpretazione naif del modulo tattico, le rabone per un effimero vezzo estetico, le notti brave, alla resurrezione nella nebbia: “Ho faticato dal punto di vista mentale. Adesso spero che questa sia la spinta giusta”
E’ stata la grande serata di Emiliano Pattarello, risorto dalla nebbia di tre mesi tribolati, sofferti, controversi. Il talento che macinava campo e giocate, che l’anno scorso a un certo punto era in procinto di spiccare il volo verso la serie B, si era eclissato al punto da apparire irriconoscibile, la brutta copia di se stesso, il fratello impacciato del calciatore visto all’opera pochi mesi fa. E come sempre accade a quelli bravi sui quali si adagiano grandi aspettative, gli è stato rimproverato un po’ di tutto: l’atteggiamento indolente, l’interpretazione troppo naif del modulo tattico, le rabone sciorinate per un effimero vezzo estetico, le notti brave.
Di sicuro il suo rendimento galleggiava al di sotto degli standard: solo 3 gol, tutti su rigore, e appena un paio di assist, il posto da titolare perso cammin facendo, l’ultima segnatura su azione manovrata che, prima di stasera, risaliva addirittura al 14 gennaio, a quella spettacolare notte di Carrara in cui sembrava un alieno rispetto ai colleghi della Lega Pro.

Tutto questo fino a poche ore fa, quando chissà quale congiuntura astrale lo ha messo su un piedistallo dove sono saliti in pochissimi. Ad Arezzo, in 101 anni di storia, il poker tra i professionisti è riuscito solo a tre giocatori: a Carlo Ceccotti il 17 gennaio 1965 in Arezzo-Grosseto 7-2 (serie C), a Fabio Bazzani il 19 dicembre 1999 in Arezzo-Giulianova 6-4 (serie C1).
E adesso a Emiliano Pattarello in Arezzo-Pianese 4-2, in un nebbioso 15 dicembre 2024 che lascerà a lui e al pubblico il cruccio di non aver potuto ammirare le sue prodezze, né di poterlo fare in futuro perché anche le immagini televisive sono oscurate dalla patina bianca. Un po’ quello che successe a Luca Vigna il 21 dicembre 2003 in quell’indimenticabile pomeriggio di Lumezzane, con il suo gol del 3-0 celato allora e per sempre dalla nebbia della Val Trompia.
“Quattro gol tutti insieme forse li avevo segnati solo nei Pulcini – ha detto Pattarello in sala stampa. Sono contento per me e per la squadra, venivo da un periodo difficile, ero stato messo in discussione com’era giusto che fosse. Facevo fatica, ho lavorato, ora penso di stare bene. Le mie difficoltà erano soprattutto psicologiche: quando arrivi da un’annata come quella passata, e tutti si aspettano di più, devi alzare il livello. Io non ci riuscivo e ho sofferto, spero che quella di stasera sia la spinta giusta. Le critiche dei tifosi ci stanno ma non voglio parlare di questo: dico solo che è giusto prendere le mazzate e i meriti, a seconda di come vanno le cose. Giriamo l’andata con 32 punti nonostante la squadra al completo non ci sia stata mai, nel ritorno con maggiore consapevolezza possiamo fare ancora meglio. La dedica? Per la mia famiglia, ultimamente non sono riuscito a tornare a casa e non la vedo da un po’. Mi stanno vicino, i 4 gol sono per loro”