Gli incidenti che si verificarono prima del match di andata hanno spinto la prefettura umbra a vietata la vendita dei biglietti per i residenti in provincia di Arezzo. Nulla da fare nemmeno per i “fidelizzati”

Per la seconda volta in stagione, gli amaranto dovranno giocare in trasferta senza il pubblico al seguito. “Annosa rivalità” è stata la definizione utilizzata dal prefetto di Terni per definire i rapporti tra le due tifoserie e motivare il divieto di vendita dei biglietti ai residenti nella provincia di Arezzo. Fatale il precedente del match di andata, quando si verificarono tafferugli prima del calcio d’inizio.

Proprio sulla base degli incidenti del 29 settembre, ai sostenitori aretini venne impedito di recarsi a Sassari la settimana successiva per la gara contro la Torres. Un provvedimento contro cui fu presentato un ricorso d’urgenza da parte di Orgoglio Amaranto, respinto perché il divieto non venne ritenuto né irragionevole né sproporzionato ma la cui discussione nel merito è ancora pendente presso il Tar di Cagliari.

Stavolta andare per vie legali sarebbe stato del tutto inutile e il comitato, oltre alla Ss Arezzo, hanno preferito muoversi sotto traccia per via diplomatica, senza però ottenere alcun risultato. Non si è concretizzata nemmeno l’opportunità di consentire la trasferta ai soli fidelizzati, cioè a quelle persone che hanno sottoscritto la tessera del tifoso “cuore amaranto”, come era accaduto per i due derby di campionato e Coppa Italia giocati a fine novembre allo stadio Curi di Perugia.

In teoria la tessera, fin dal momento della sua introduzione svariati anni fa, avrebbe dovuto garantire tante cose, compresa la possibilità di partecipare alle gare esterne vietate ai tifosi “normali”, proprio perché il suo rilascio significava in automatico che il possessore era uno con la fedina pulita. Invece no, l’Osservatorio ormai dispone come meglio crede e le prefetture si adeguano ben volentieri. Il derby del Liberati dunque si giocherà con il settore ospiti vuoto. Ieri i gruppi della sud hanno appeso uno striscione allo stadio con la scritta: “Le scuse sono terminate, combattete come noi per le strade”.