Bucchi ridisegna l’Arezzo con una formazione zeppa di trequartisti e va a finire che vince tre gare di fila con la porta sempre inviolata. La gran parte dei calciatori era sotto rendimento mentre adesso anche un bambino, osservando dagli spalti, si rende conto che lacci e lacciuoli si sono sciolti. Serve continuità e la strada imboccata sembra quella giusta
CLEAN SHEET – Guarda un po’ com’è il calcio: Bucchi ridisegna l’Arezzo con una formazione zeppa di trequartisti e va a finire che vince tre gare di fila senza subire neanche un gol. Il campo dice che la coperta non è corta e che la strada imboccata è quella migliore. La squadra è più libera, più disinvolta, più calata nella parte e il primo tempo di Ferrara lo testimonia (ma anche il secondo, interpretato in modo accorto e pragmatico). L’allenatore evidentemente ha saputo toccare le corde giuste, confermando che non erano le qualità tecniche a zavorrare il rendimento dei calciatori. Bisognava soltanto trovare input diversi, cosa che adesso sembra stia succedendo. Come spesso accade, per risolvere problemi complessi è bastata la soluzione più semplice.
CAMBIO PELLE – Per mesi l’Arezzo ha macinato più risultati che prestazioni, vincendo senza quasi mai convincere fino in fondo. La gran parte dei calciatori era sotto rendimento, come se ci fosse una zavorra attaccata dietro la schiena, come se la macchina viaggiasse con il freno a mano tirato. Adesso anche un bambino, osservando dagli spalti, si rende conto che lacci e lacciuoli si sono sciolti, con i benefici effetti cui stiamo assistendo. Dal punto di vista individuale, in diversi devono ancora completare la metamorfosi, mentre alcuni ci sono già riusciti (Gilli, Chiosa, Guccione, Tavernelli). Il calcio è strano e può darsi che il futuro ci dirà che queste tre vittorie di fila sono state fuochi fatui. Ma la sensazione non è quella.
FIDUCIA – Il campo ci sta anche dicendo che nello spogliatoio non c’erano e non ci sono dei poco di buono. Che per risollevare il gruppo serviva la carota più del bastone. Che si trattava soltanto di rimettere mano a due o tre cose tecniche, riportando un minimo di serenità e di fiducia. Il quadro generale era evidente, impossibile da non focalizzare. Qualche difetto permane anche adesso, è ovvio, ma in generale la squadra ha trovato una linearità che inseguiva da settembre. E speriamo anche la continuità per scendere dall’altalena.
SPAL HORROR – Per quanto riguarda ieri sera, non c’è stata partita: troppo timorosa la Spal di Baldini, troppo fragile dietro e poco protetta dai mediani, troppo morbida davanti, dove Rao e Molina in panca hanno rappresentato due mosse infelici. Ma l’Arezzo ha saputo approfittarne, aggredendo subito e mettendo le mani sulla vittoria. Anche questo, è un dettaglio significativo di come sia mutato lo scenario.