Amedeo Carboni (a sinistra) con il fratello Guido nelle giovanili amaranto

Aretino di Quarata, ha giocato e vinto con Sampdoria, Roma e Valencia, collezionando anche 18 presenze in Nazionale. E’ stato uno dei giocatori più forti che abbiano vestito l’amaranto, dove ha fatto tutta la trafila nel vivaio e debuttato in prima squadra nella serie B 1984/85. “I tecnici che ho avuto nelle giovanili sono quelli che ricordo con più piacere, erano come secondi padri”

Amedeo Carboni compie 60 anni. Aretino di Quarata, è stato uno dei giocatori più forti che abbiano vestito l’amaranto. Dopo la trafila nelle giovanili, mise insieme 22 presenze e un gol nella stagione di serie B 1984/85. Fu lui ad avviare l’azione che fruttò il corner da cui nacque il gol in rovesciata di Neri in Arezzo-Campobasso.

Carboni poi spiccò il volo verso Bari, Empoli, Parma e soprattutto Sampdoria, dove collezionò 60 apparizioni e 2 reti tra il 1988 e il 1990, condividendo lo spogliatoio con un gruppo che di lì a poco avrebbe vinto lo scudetto. Terzino sinistro, bel piede, grande corsa e accelerazione, Carboni ha vissuto le sue stagioni migliori alla Roma, dove diventò anche il capitano della squadra: 186 volte in campo con la maglia giallorossa prima di una seconda giovinezza a Valencia, in Spagna. Nove anni intensi con 245 partite, due finali di Champions League, entrambe perse, due Coppe Uefa, una Supercoppa europea, una Coppa Intertoto, due Liga, una Supercoppa spagnola e una Coppa nazionale. Al palmarès vanno aggiunte la Coppa delle Coppe vinta con la Samp e le due Coppe Italia conquistate con i blucerchiati e con la Roma. Per lui anche 18 apparizioni in Nazionale.

Oggi Amedeo Carboni, dopo varie esperienze da commentatore televisivo, da dirigente con il Valencia e con lo staff tecnico di Rafa Benitez, gestisce insieme al fratello Guido (pure lui ex amaranto) lo Sporting Club Chiassa a due passi da Arezzo, un centro sportivo con campi da calcio e da padel. Inoltre collabora con Molcaworld, azienda spagnola specializzata nella ristrutturazione degli stadi.

Nell’intervista di due anni fa, che ripubblichiamo qui sotto, raccontò: “In carriera ho avuto Boskov e Mazzone, Cuper e Benitez, ma i tecnici che ricordo con più piacere sono quelli dei miei primi anni: Tonino Duranti, Ercole Talusi, Orazio Lisi, Tiziano Gori. Erano come dei padri per noi ragazzi, impossibile dimenticarli”.