L’architetto che segue il progetto ha rilasciato un’intervista a CalcioeFinanza: “Il Comune ci ha dato il via libera dopo appena 59 giorni, la procedura burocratica è stata semplificata. La squadra non lascerà mai la sua casa durante i lavori, i costi resteranno sui 28 milioni di euro. Parcheggi non previsti sotto l’impianto, la maggior parte dei tifosi risiede in città e raggiungerà gli spalti a piedi”

“La legge sugli stadi ci ha consentito di avere una risposta dal Comune entro i 60 giorni fissati secondo le norme attuali, gli uffici preposti hanno inoltrato il loro responso al 59esimo giorno. La legge permette al proponente di avere tempi certi e all’amministrazione comunale di essere tutelata. Siamo stati i primi a depositare il piano di fattibilità con queste nuove norme ed è sicuramente un aiuto avere una legislatura dettagliata su vicende che erano molto complesse a livello burocratico”.

Lo ha detto Carlo Antonio Fayer in un’intervista rilasciata a CalcioeFinanza. L’architetto romano sta seguendo con M28Studio, in collaborazione con Studio SPSK, il progetto per la ristrutturazione del Città di Arezzo: sono già arrivati il via libera della Conferenza dei servizi e il riconoscimento della pubblica utilità da parte del consiglio comunale. In attesa della presentazione del progetto definitivo e dell’ok da parte della conferenza decisoria al progetto definitivo, corredato dal piano economico finanziario, l’inizio dei lavori è stato fissato a febbraio 2026.

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“L’Arezzo non lascerà mai la sua casa, nemmeno durante i lavori – ha spiegato Fayer. Questa tipologia, scelta come principio cardine dal presidente Guglielmo Manzo, ha i suoi vantaggi. Infatti permette di ammortizzare l’investimento che ci impegniamo a mantenere sui 28 milioni di euro previsti. Ovviamente, ed è il lato opposto, richiede più tempo per gli interventi, che comunque possono contare su una traccia data dalla struttura esistente. Quanti stadi sono stati costruiti in Italia in un’area che non aveva già uno stadio? Nessuno. Vedremo eventualmente quello della Roma che sembra essere sulla strada giusta. La nostra missione è inserire lo stadio nel tessuto urbano della città, permettendogli così di vivere tutti i giorni della settimana. Progettare uno stadio, i flussi e la sua fruizione significa necessariamente occuparsi di rigenerazione urbana e di un’intera idea di città, come centro di aggregazione sociale, politica ed economica. Quando si pensa agli stadi italiani si ha un’immagine di impianti circondati da ampi spazi asfaltati, che siano parcheggi o semplici piazzali. Infatti, quando non c’è la partita, l’impianto rimane isolato tutto intorno. Le norme attuali, quelle che abbiamo seguito noi, indicano di pensare al flusso di persone già a partire da 500-600 metri dall’ingresso. Per questo non abbiamo previsto dei parcheggi sotto l’impianto, anche perché in una città come Arezzo la maggior parte dei tifosi risiede in città e raggiunge lo stadio a piedi”.

l’architetto Carlo Antonio Fayer

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