Stagione 2008/09. Gli amaranto balzarono in testa alla settima giornata dopo il 3-0 alla Pistoiese. Quindi alti e bassi ma restarono a ridosso del primo posto fino all’inverno, quando venne esonerato Marco Cari, con la parentesi Ugolotti che non portò i risultati sperati. Alla fine fu quarto posto ed eliminazione in semifinale playoff contro il Crotone, poi promosso in B insieme al Gallipoli
Marconato tra i pali, Bricca reinventato terzino destro con grandi risultati, Terra e Fanucci coppia centrale, Grillo a sinistra. E poi la mediana dove si alternavano Beati, Miglietta, Matute e Togni. Bondi e Croce sulle fasce laterali e tre attaccanti che ruotavano del calibro di Baclet, Chianese e Martinetti. In panchina Miko Conte, Djuric, Doga, Cavagna, Lauria, Vigna. Allenatore Marco Cari, cultore del 4231, che aveva saputo costruire un feeling molto solido con lo spogliatoio.
Era la stagione 2008/09, fino a pochi giorni fa l’ultima in cui l’Arezzo si era ritrovato da solo in testa alla classifica di serie C. Adesso c’è riuscita di nuovo la squadra di Cristian Bucchi, che dopo due giornate è l’unica a punteggio pieno nel girone B: sono pochi 180 minuti per tirare una prima riga sul campionato ma dal punto di vista statistico questo primato è comunque interessante.

Diciassette anni orsono la rosa era stata costruita dal direttore sportivo Andrea Iaconi. E Marco Cari era stato ingaggiato con un anno di ritardo, visto che l’estate precedente l’Arezzo non era riuscito a strapparlo al Taranto. La rosa era competitiva, anche se alla prima di campionato due giocatori del calibro di Croce e Miglietta non vennero convocati perché fuori rosa. Poi vennero reintegrati. Gli amaranto partirono forte: 2-1 alla Cavese (Bondi e Baclet), 1-0 a Sorrento (Grillo), 2-2 con la Juve Stabia (doppietta di Baclet), 3-2 a Potenza in rimonta (autogol, Baclet e Fanucci al 94′), 2-0 al Taranto (doppietta di Chianese), 3-1 a Lanciano (Baclet, Terra e Bondi).
Il Gallipoli aveva fin lì retto il passo, poi l’Arezzo balzò al comando in solitaria grazie al 3-0 sulla Pistoiese. Ad aprire le danze fu il solito Baclet con una prodezza in rovesciata, festeggiata con il salto mortale esattamente come Varela venerdì scorso a Pontedera. Corsi e ricorsi storici. Il punteggio venne arrotondato da Terra e Chianese. La settimana successiva, scoppiettante pareggio nello scontro diretto di Gallipoli: 2-2 con reti di Chianese e Baclet.

Fu un campionato equilibratissimo quello. Al giro di boa, dopo una flessione e una bella rimonta dell’Arezzo, la classifica diceva: Gallipoli 34, Arezzo 33, Benevento 30, Crotone 30. Fatale, oltre alla cessione di Martinetti, che a gennaio passò in B al Sassuolo, fu la doppia sconfitta contro Taranto in trasferta e Real Marcianise in casa a fine febbraio. Il presidente Piero Mancini optò per l’esonero di Cari contro il parere del ds Iaconi e ingaggiò Guido Ugolotti, ma la sua esperienza in panchina durò solo cinque giornate: un pareggio, due vittorie e due sconfitte. Cari tornò a metà aprile e l’Arezzo chiuse al quarto posto a -10 dal Gallipoli, -8 dal Benevento e -3 dal Crotone, contro cui aveva raccolto rispettivamente 4, 3 e 6 punti nella stagione regolare.
Ai playoff andò in scena una sfortunatissima semifinale di andata contro i calabresi: al Comunale gli amaranto giocarono una gran partita con tante occasioni da gol ma persero 2-1 (a segno Lauria), infilati da Pacciardi al 95′. Al ritorno non ci fu storia e il 4-0 dello Scida mise una pietra tombale su un’annata che, anche a distanza di tempo, alimenta molti rimpianti.