la squadra schierata in campo a Ravenna

Una prova di forza nel primo, vero crocevia della stagione, per un Arezzo sempre più a immagine e somiglianza del suo allenatore, dentro una partita in cui l’arbitro è andato al monitor tre volte senza mai cambiare la sua decisione. I numeri sono eclatanti: 9 vittorie in 10 giornate, 5 vittorie su 5 in trasferta, 0 gol al passivo nei secondi tempi. I campionati si decidono a primavera ma la squadra sta costruendo basi solide

PROVA DI FORZA – Una prestazione autorevole e autoritaria nel primo, vero crocevia della stagione, quando nello scontro diretto con il Ravenna bisognava dimostrare personalità oltre che qualità tecnica. La sensazione è che non sia stata solo una vittoria ma una prova di maturità. L’Arezzo ha esibito una fase difensiva granitica e attenta, i centrocampisti hanno saputo cantare e portare la croce. E quelli davanti ne hanno segnati tre. Un’impresa collettiva che Bucchi ha sottolineato con soddisfazione: la squadra, propositiva e intraprendente, è sempre più a sua immagine e somiglianza.  

CHIERICO TOP PLAYER – I singoli. Chierico migliore in campo, un centrocampista multi tasking: il suo apporto si è rivelato decisivo non solo per quantità (chilometri, pressing, rompere le linee) ma per qualità (posizione, supporto alla manovra offensiva). Anche Guccione è tornato sui suoi livelli, fornendo quei cambi gioco che fanno la differenza. Menzione per Chiosa, provvidenziale con un salvataggio a pochi metri dalla porta da difensore consumato. E poi i gol dei subentrati: il terzo stagionale per Ravasio, il quarto per Varela, sempre alzandosi dalla panchina. Tutto ciò a conferma che la rosa lunga fa la differenza.

EPISODI – L’Arezzo ha reclamato due rigori (tocco di braccio di Solini su cross di Pattarello nel primo tempo, fallo di Falbo su Varela nella ripresa). Il Ravenna recrimina per la punizione concessa all’Arezzo da cui è nato lo 0-1 (fallo di Solini su Pattarello che i giallorossi sostengono non esserci) e per il mancato secondo giallo sempre a Pattarello (presunta simulazione dopo contatto con Lonardi in area). In tre casi su quattro Striamo è andato al monitor e non ha cambiato decisione. Ci fosse andato anche per rivedere l’episodio che ha originato la punizione del primo gol, sarebbe comunque rimasto della stessa idea. Sicuro. I dubbi riguardo l’effettiva utilità dell’Fvs sono sempre di più e stanno diventando certezze.

DOLCE PRIMATO – L’Arezzo adesso è primo da solo e i numeri confermano che sta costruendo basi solide: 9 vittorie in 10 giornate, 5 vittorie su 5 in trasferta, 0 gol al passivo dopo l’intervallo. Siamo solo al 20 ottobre e solo alla decima giornata. Il cammino è lungo e il peggio deve venire, nel senso che i campionati si decidono a primavera. Ma forse deve ancora venire anche il meglio, per un Arezzo che è sempre più consapevole delle sue potenzialità.