Il numero 10, come ad Ascoli, non confeziona una prestazione super ma spacca la partita conquistandosi e trasformando il rigore. Sempre sul pezzo Gilli, molto sicuro Venturi, sostanziosa la prova di Guccione in regia. Tavernelli debilitato dall’influenza
Le pagelle di Arezzo-Samb.
VENTURI 7 L’Arezzo ormai è un bunker solidissimo e quasi inespugnabile, tant’è che ha beccato solo un gol su azione nelle ultime cinque giornate. La Samb oltretutto è sterile, non punge e non crea grattacapi. Il 22 sbriga in modo inappuntabile quelle poche cose che deve fare, trasmettendo una rasserenante sensazione di sicurezza anche in uscita.
GILLI 7 Molto preciso, sul pezzo, sollecitato di rado dalle offensive rossoblu, con Sbaffo che arretra a fare il rifinitore mentre Eusepi, che all’Arezzo ha fatto gol con tre maglie diverse, spreme pochissimo dai duelli. Prestazione corposa in cui reclama il penalty dopo una trattenuta in area che Rispoli giudica regolare sia live che all’Fvs.
CHIOSA 7 Con la sigaretta in bocca. Emblematico un anticipo bruciante su Sbaffo a metà ripresa, con cui ferma la ripartenza avversaria e riconquista il possesso palla. Periodo con i bioritmi alti.
MAWULI 7 Mezzo voto in più perché gioca con la maschera per proteggere lo zigomo fratturato e Dio solo sa quanto sia fastidiosa quell’appendice attaccata al volto. Eppure non tira indietro né la gamba né la testa, affondando tutti i contrasti con la consueta combattività. Suo l’assist per il gol annullato a Varela e peccato per quel diagonale strozzato a inizio ripresa che, se calibrato meglio, poteva fruttargli il gol dell’ex. Uomo simbolo di un Arezzo che non molla mai e si esalta nelle difficoltà.
PATTARELLO 7 A onor del vero, e con l’occhio di chi l’ha visto campare di prepotenza sia tecnicamente che atleticamente, le prestazioni da qualche tempo non incantano. C’è di buono che è maturato, cresciuto, sa cogliere l’attimo. Ad Ascoli one shot one kill con quel gol da pazzi, con la Samb rigore procurato e trasformazione chirurgica con il sinistro incrociato all’angolino: una delle esecuzioni dal dischetto più convincenti della sua serie. Uomo copertina un’altra volta (39′ st Perrotta 6 Entra e fa un po’ di sano casino che serve per condurre in porto il risultato).
VARELA 7 Tecnicamente non incanta e il ruolo di finto nove lo inibisce, lo spunta, gli toglie la possibilità di scavallare a campo aperto. Non è nemmeno lucidissimo nelle scelte, tant’è che vanifica due ripartenze che potevano diventare letali. Però c’è un però: alla prima, vera palla buona, infilza Cultraro con un tiro da centravanti vero. Rispoli gli annulla il gol ma il gesto rimane. Quindi manda Pattarello a prendersi il penalty da tre punti con una giocata illuminata. Il conto della serva lo promuove.
DE COL 6.5 Deve spegnere gli ardori di Marranzino, protagonista di un avvio vivace e ispirato. Ma dura poco. Alla lunga stravince il duello e prende possesso incontrastato della fascia. Un paio di cross fatti bene.
GUCCIONE 6.5 Ormai gli altri lo conoscono e limitarne il raggio d’azione, schermarne le linee di passaggio è uno dei compiti precipui del piano gara. Il guaio (per gli avversari) è che lui ha tecnica e sa giocare a un tocco, che resta lo strumento migliore per mandare fuori giri pressing e marcatura. Disegna diverse aperture a lunga gittata, alcune delle quali propiziano occasioni reali e potenziali. Torna alle origini quando imbuca con un movimento da trequartista e mette Mawuli davanti al portiere. Il rammarico è che da quando fa il play, non segna più (39′ st Tito 6 Dieci minuti da mezz’ala con buona verve).
RIGHETTI 6 Pasticcione e confusionario, si guadagna la pagnotta con l’ardore. Konate ha le leve lunghe e corre come un quattrocentista, anche se non sempre si ricorda di condurre palla con criterio. Alla fine lo contiene e lo limita, con qualche incursione apprezzabile nel primo tempo.
TAVERNELLI 6 Debilitato dall’influenza, gioca stringendo i denti e si nota lontano un miglio, nonostante il suo periodo di appannamento duri da qualche settimana. Però corre talmente tanto, anche con discreto profitto, che è pedina preziosa lo stesso (24′ st Ravasio 5 Ha tutte le attenuanti del mondo, la più importante delle quali è la sciatalgia che lo tormenta da quel dì. A differenza di quanto accaduto ad Ascoli, il suo apporto stavolta non è granché).
CHIERICO 5 Giornataccia. Perde una quantità industriale di palloni, al punto che in tribuna ci si domanda se sia davvero lui quello che si arrabatta sul prato o un impostore travestito. Non lesina la lotta, altra caratteristica che porta nel dna, ma stecca la partita (7′ st Iaccarino 6 Un ingresso meno scoppiettante del previsto. Da lui ci si attendono sempre robe di livello, sia quando c’è da recuperare palla che quando bisogna offendere, invece si limita al compitino).











