L’ex tecnico amaranto è stato ospite dell’Hotel New Energy Valdichiana, parlando di calcio passato, presente e futuro. Con una citazione commossa per Lauro Minghelli
Una serata carica di emozioni e ricordi ha animato il terzo appuntamento del Festival del Calcio Italiano, ideato dal giornalista e project manager Donato Alfani. Protagonista dell’incontro è stato un “amico” molto legato all’ambiente aretino: Serse Cosmi. L’evento si è svolto nella suggestiva cornice del Roof Garden dell’Hotel New Energy – Valdichiana, davanti a un pubblico partecipe ed emozionato, pronto ad ascoltare il racconto dell’allenatore perugino.
La serata è stata magistralmente moderata dalla giornalista Francesca Muzzi, che ha guidato il dialogo con sensibilità e competenza, valorizzando ogni momento dell’incontro. Cosmi ha ripercorso la sua carriera nel mondo del calcio, dagli esordi al Pontevecchio fino all’esperienza balcanica al Rijeka, senza dimenticare le tappe fondamentali a Perugia e ad Arezzo. Proprio con gli amaranto ha conquistato una doppia promozione, dalla serie D alla C1, arrivando a disputare anche gli spareggi per la serie B, poi persi in semifinale contro l’Ancona.
Durante il suo intervento, Cosmi ha condiviso riflessioni sul calcio di oggi e sull’importanza dell’amicizia in questo sport: “Nel calcio possono nascere amicizie anche vedendosi poco. Quello che resta è il legame umano. Arezzo mi ha fatto sentire un privilegiato: mi ha introdotto in un mondo che non conoscevo, dove il blasone contava più della categoria. È stato il mio trampolino verso la serie A. Il calcio è cambiato: oggi gli staff sono ampi, anche in prima categoria, e i procuratori hanno assunto un ruolo sempre più influente. Ma l’evoluzione non sempre è sinonimo di miglioramento. Un altro Serse Cosmi potrebbe ancora esistere nel calcio, forse non in panchina, ma sicuramente con lo stesso spirito”.
Durante la serata, uno dei momenti più intensi è stato quando Serse Cosmi ha ricordato con profonda commozione Lauro Minghelli, suo ex calciatore tragicamente scomparso nel 2004. Con la voce rotta dall’emozione, l’allenatore ha condiviso il ricordo di un ragazzo speciale, sottolineando quanto il legame umano vada oltre il campo da gioco. Un silenzio carico di rispetto ha accompagnato le sue parole, rendendo quel momento uno dei più toccanti dell’intero Festival.
Grande entusiasmo anche da parte di Donato Alfani: “Poter raccontare o leggere il libro di Serse Cosmi è stato qualcosa di profondo. Un allenatore di grande umanità, in un sistema calcio che oggi manca un po’ di umiltà e che non è un percorso a tempo indeterminato. Cosmi è un professionista umile, acclamato e rispettato. Due ore ricche e intense, soprattutto a margine del calcio non giocato. Di questo parleremo anche all’interno del Festival della Letteratura. Ringrazio la famiglia Manzo per l’ospitalità in queste serate tra amici”.
L’incontro è stato una testimonianza lucida e appassionata, capace di unire cultura, sport e autenticità nel racconto di un uomo sempre apprezzato per il suo lato umano e genuino.