Tommaso Nardin, addio all'under 17

Figlio dell’indimenticato Aldo, portiere che con gli amaranto salì in serie B, il tecnico commenta l’inizio di stagione della squadra che fin qui ha ottenuto 4 vittorie e 5 sconfitte. “Sapevamo che questo campionato sarebbe stato duro e competitivo. Io sono nella società del mio cuore e darò il massimo in ogni allenamento, il percorso di crescita dei ragazzi andrà di pari passo con il mio”

Per Tommaso Nardin l’annuncio del suo legame con l’Arezzo è stato quasi un ritorno a casa. “Questa volta rientro dalla porta principale dopo le esperienze del passato” confessò il tecnico nella giornata di presentazione. A 19 anni ha iniziato le trafile nei vivai di Junior Camp, Arezzo Football Academy, Santa Firmina, Sansepolcro, Castiglionese passando anche per la rappresentativa provinciale. “Due anni fa è scomparso mio padre, portiere dell’Arezzo con cui salì in serie B, oggi poter allenare i ragazzi del vivaio è davvero una emozione difficile da descrivere anche perché sono cresciuto tifando questi colori”.

La stagione, per Nardin e i suoi ragazzi, era iniziata con due belle vittorie contro Mazzola Valdarbia e Valdera (entrambe per 4-0) che avevano caricato i ragazzi di aspettative per un campionato da protagonisti. Dopo un turno di riposo però, i giovani amaranto sono caduti a Scandicci, a Lucca contro il Capezzano Pianore, in casa contro lo Sporting Cecina e in trasferta contro la prima della classe, il Tau Altopascio. In mezzo sono arrivate altre due larghe vittorie contro Sestese, per 4-0, e Monteriggioni con un netto 7-0. Adesso ci sarà la delicata sfida contro il Floria Grassina, distante 5 punti dall’Arezzo e ben salda al quinti posto in classifica.

Mister, cosa vuol dire per lei essere arrivato ad allenare le giovanili dell’Arezzo?

E’ una bellissima sensazione e soddisfazione, l’Arezzo è la squadra del mio cuore e mio padre ci ha pure giocato. E’ stato un sogno che si è realizzato, ricordo quando da piccolo seguivo gli amaranto in trasferta e nelle partite in casa. Sono orgoglioso di allenare questi ragazzi.

Si aspettava un campionato così difficile?

Me lo aspettavo perché il campionato è davvero molto competitivo e le squadre sono attrezzate per farti male. Contro l’Arezzo tutti gli avversari fanno la partita e danno il meglio. Anche se l’inizio è stato altalenante, devo dire che le prestazioni non sono mai mancate, ci manca la continuità nella testa e nei risultati, ma sono fiducioso. Stiamo piano piano migliorando nella mentalità, i ragazzi il prossimo anno dovranno abituarsi a giocare nelle Primavera e, si spera, in qualche prima squadra.

Come crede di poter portare continuità nei risultati?

Con il lavoro, con l’allenamento e con l’impegno da parte di tutti. Nelle sconfitte che abbiamo subito ci mancavano tanti elementi che per vari motivi, infortuni e altro, non abbiamo avuto. Inoltre questi ragazzi lo scorso anno non hanno giocato, la categoria non c’era e noi le valutazioni le avevamo già fatte quest’estate. Ci aspettavamo di andare incontro a qualche difficoltà, dobbiamo crescere tutti insieme e rialzarci, ma sono sicuro che ce la faremo. Nelle vittorie larghe e pure nelle sconfitte roboanti la squadra si è sempre comportata bene, dobbiamo solamente trovare il giusto equilibrio.

l’under 17 amaranto per la stagione 2022/23

E’ soddisfatto del percorso di crescita intrapreso con i suoi ragazzi?

Assolutamente sì, soprattutto se penso che nel precampionato eravamo molto più indietro di adesso. Vedo notevoli miglioramenti tecnici e tattici, questi ragazzi hanno saltato gli anni dei Giovanissimi, che sono categorie fondamentali nel percorso di crescita e di questo ne abbiamo tenuto di conto. C’è tanta voglia di far bene, agli allenamenti non manca mai nessuno e poi è chiaro che se ti chiami Arezzo la pressione ci sta. Il gruppo deve essere ancora consolidato, fra 2006 e 2007 e fra i tanti ragazzi che non sono della città: alcuni vengono da Pontassieve, da Roma, da Napoli, da Castelfranco, dettagli come lo stare insieme anche fuori dal campo ovviamente vengono meno. Ora ci concentreremo sulla scontro diretto contro il Floria Grassina.

Iniziare allenando squadre della provincia, come nel suo caso, può essere un vantaggio?

Dico di sì per l’abitudine a non avere tutto a disposizione. Ovviamente non sempre capita che le cose siano tutte in ordine, capita di allenarsi in 10, di dover andare a lavorare in altri campi. Si tratta di una gavetta giusta e che secondo me serve per cercare la soluzione ai problemi, una sorta di fortificazione che ti preparerà a società professionistiche. Non sempre è così, a Santa Firmina mi sono trovato molto bene, a Sansepolcro ho toccato con mano una differenza netta fra il prima e il dopo e pure a Castiglion Fiorentino ho trovato un bellissimo ambiente.

Dove si vede nei prossimi anni?

Sicuramente dentro un campo di calcio. In questo sport non è mai facile fare programmi a lungo termine, specialmente se si è allenatori. Il dove non dipenderà solo da me, ma è logico che se così fosse, rimarrei qui per tanti anni. Arezzo è casa mia e ci sto benissimo.