Un quinquennio con due promozioni e un legame che resiste al trascorrere del tempo. L’allenatore del doppio salto dalla D alla C1 ha ripercorso aneddoti, ricordi e retroscena nell’intervista rilasciata all’interno del Museo Amaranto: “Per come sono fatto io di carattere, mi sono sentito da subito aretino. Il feeling è stato immediato, resiste anche adesso e credo non si spezzerà mai”

Unico allenatore a resistere per cinque anni consecutivi sulla panchina dell’Arezzo, Serse Cosmi ha legato il suo nome a uno dei periodi più belli della storia amaranto. Le promozioni in C2 e in C1, conquistate rispettivamente nel 1996 e nel 1998, conservano ancora il buon sapore delle cose genuine oltre che delle grandi imprese sportive.

Fu un quinquennio speciale quello, impreziosito dai risultati del campo e contraddistinto da un legame fortissimo tra società, squadra e tifoseria, come poche altre volte è successo. Era un calcio diverso, più a misura d’uomo, e proprio le qualità umane facevano la differenza. Anzi, la fanno tutt’oggi, se è vero che Cosmi e tanti dei giocatori transitati al Comunale sul finire degli anni ’90 sono ancora ricordati con un affetto smisurato.

A oggi, Cosmi è il secondo allenatore di sempre per numero di panchine ad Arezzo: davanti a lui soltanto Dino Ballacci. Due i presidenti del suo periodo: Francesco Graziani e Giovanni Bovini. E se la promozione in C2 venne conquistata con una cavalcata trionfale, chiusa il 31 marzo 1996 con il pareggio interno con la Sestese, quella in C1 arrivò dopo la coda dei playoff. Il 14 giugno 1998 gli amaranto superarono lo Spezia nella finalissima di Pistoia: 2-1 dopo i tempi supplementari, con migliaia di tifosi al seguito e la sensazione di aver scritto una delle pagine più belle del calcio aretino.

Cosmi avrebbe voluto lasciare con un’altra gioia. Ma nella primavera del 2000 i playoff per la B si fermarono in semifinale, ad Ancona. E fu un peccato. L’Arezzo rimase in C1, il mister spiccò il volo verso la serie A con il Perugia.

“Nessuno mi fece pesare quel trasferimento, nonostante la rivalità che c’era e che c’è – ha raccontato Cosmi ad Amaranto Social Club, snocciolando aneddoti, retroscena, ricordi in un’intervista di grande valenza emotiva. E quattro anni dopo, quando tornai con il Genoa, lo stadio mi riservò un’accoglienza fantastica. La verità è che per come sono fatto io di carattere, mi sono sentito da subito aretino. Il feeling è stato immediato, resiste anche adesso e credo non si spezzerà mai”.