il gol di Bramante che ha rimesso in piedi la partita a Seravezza

Meno dominanti rispetto all’inizio di stagione e più pragmatici, meno votati all’estetica e più pugnaci: gli amaranto hanno vinto due partite di fila sotto il segno della concretezza, con alcuni episodi che hanno girato bene e un atteggiamento battagliero fino alla fine. Tra luci e ombre, Indiani ha rimesso tutti alle spalle in classifica. E adesso ha un jolly da non sprecare

L’ULTIMO SORPASSO – La classifica di oggi dice Arezzo 47, Pianese 45, Poggibonsi 43. L’esperienza delle scorse settimane insegna che chi si culla sugli allori finisce male e che l’importante non è arrivare in vetta ma restarci. In passato sia Arezzo che Pianese, dopo aver completato la scalata, si sono fatte risucchiare indietro ma adesso Indiani ha di nuovo il pallino in mano. E a undici giornate dal termine può essere un vantaggio decisivo.

AREZZO NUOVO – Il tecnico da un paio di domeniche ha inaugurato un nuovo corso. Tutta farina del suo sacco, ovviamente, anche se la virata verso un calcio più pragmatico e meno votato all’estetica è coincisa con la strigliata del presidente Manzo, “umiliato” (cit) dopo la batosta di Terranuova e risoluto nel mettere squadra e staff con le spalle al muro, di fronte alla necessità di cambiare marcia.

SQUADRA OPERAIA – Le vittorie contro Flaminia e Seravezza hanno un sapore diverso rispetto a quelle di prima, ben rappresentate dall’impresa di Gavorrano dove l’Arezzo vinse sfoggiando un fraseggio da categoria superiore. Adesso la squadra accetta la battaglia, si sporca la maglia per strappare le seconde palle agli avversari, bada al sodo più che al ricamo. “Siamo più operai” ha detto ieri Indiani, sottolineando la metamorfosi di un gruppo costruito sull’input della qualità ma che, giocoforza, si sta rimodellando in corso d’opera. La serie D è un torneo brutto, con terreni di gioco brutti e partite brutte in cui spesso non vince il più bravo ma il più pugnace. O ti adegui o ci lasci le penne.

GLI EPISODI – Non bisogna esagerare però. Ieri a Seravezza, a un certo punto, la squadra non palleggiava e non aggrediva, sballottata in una sorta di limbo con il rischio di compromettere il match. Per fortuna Bramante, con l’Arezzo sotto di un gol, ha pareggiato a pochi istanti dall’intervallo. E per fortuna Camarlinghi, a inizio ripresa, si è divorato il 2-1. Lì la gara ha svoltato: Gaddini (5 gol in 5 giornate dopo l’infortunio) ha rovesciato il punteggio e fino alla fine è stata lotta dura, anche esaltante sotto certi aspetti, con Indiani che ha fatto ricorso al 352 per chiudere a doppia mandata l’area di rigore.

PARADOSSI – E’ un Arezzo meno dominante rispetto a inizio stagione, che fa leva sulla miglior difesa del torneo (anche se la squadra nelle ultime 7 trasferte ha sempre beccato almeno un gol) e su un attacco che non ha portato nessun giocatore in doppia cifra ma che va a segno consecutivamente da 10 turni (ultima volta a secco il 27 novembre con l’Ostiamare). Dentro la squadra convivono tanti paradossi, compreso quello degli esterni offensivi schierati quasi sempre a piede invertito e che solo a sprazzi hanno inciso per davvero con gol e assist. Indiani però su questo non ha quasi mai cambiato opinione e alla fine, a Seravezza, l’hanno decisa proprio Bramante e Gaddini. Dunque c’è poco da obiettare, nonostante Gucci sia a secco da 4 turni. E la sterilità del centravanti, tanto generoso e intelligente tatticamente quanto isolato e poco rifornito, sembra proprio una conseguenza delle modalità del gioco offensivo.

FUTURO – Con 11 giornate davanti, non c’è da sottilizzare. L’Arezzo ormai è questo, con alcuni difetti e diversi pregi. Ha i mezzi per vincere il campionato, come testimonia la classifica, ma non l’ha ancora vinto. E a ben guardare, più del valore di avversari indomiti come Pianese e Poggibonsi, Indiani deve temere gli sbalzi d’umore dei suoi giocatori. Che stavolta, però, dovrebbero avere imparato la lezione.

Nato nel 1972, giornalista professionista, ha lavorato con Dahlia, Infront, La7 e Sky. Scrive anche per Arezzo Notizie e Up Magazine, collabora con Teletruria dal 1993. E' il direttore di Amaranto Magazine