i tifosi amaranto a Ponsacco

Una trasferta memorabile, tre punti conquistati con i muscoli e la forza di volontà, una simbiosi assoluta tra squadra e tifoseria. Quella di Ponsacco resterà una domenica speciale

Il contorno stavolta ha un’importanza identica al palcoscenico. Perché vincere in trasferta è sempre bello ma vincere in trasferte come quella di Ponsacco, vale di più. Infradiciati dalla pioggia, con gli schizzi di fango fino alle ginocchia, sferzati dal vento gelido, gli stoici tifosi dell’Arezzo che hanno seguito la squadra nel “pollaio”, si sono goduti un’impresa epica in un pomeriggio da tregenda. Sperando che il campionato finisca come deve finire, si tratta di una di quelle giornate da appuntarsi sul petto come una medaglia, una di quelle domeniche che meritano di essere ricordate con il gaudente “io c’ero”.

Eroici sugli spalti, eroici in campo. I giocatori hanno interpretato la partita con un ammirevole spirito pugnace, a suon di tackle e spallate vigorose, correndo tra le pozzanghere e tra le folate di tramontana, spingendo avanti il pallone più con la forza di volontà che con la tecnica. L’Arezzo ha portato via 3 punti, giocando come doveva giocare. Soffrendo quando c’era da soffrire. Rischiando il minimo sindacale. Costruendo quelle poche ma nitide occasioni per andare a segno. E infilando la palla in rete con un tocco di giustezza di Cantisani, al termine di una combinazione tutta di prima, tutta al volo, tra Settembrini, Castiglia e Lazzarini. Un due tre: gol!

Scampoli di un calcio d’altri tempi, senza fronzoli, con il cuore, con unità d’intenti tra squadra e pubblico, insieme per un unico traguardo. Avrebbe potuto piovere ancora di più, avrebbe potuto soffiare un vento ancora più forte, ma non sarebbe cambiato niente. Che spettacolo ragazzi!