Ha giocato con l’Arezzo in serie B, in serie C e in serie D. Ha fatto il terzino (destro e sinistro), il mediano, l’esterno di centrocampo, sempre con la stessa grinta e la stessa tenacia. Apprezzato dagli allenatori che alla fine lo mettevano sempre in campo, amato dai tifosi che gli avevano dedicato un coro, ci ha raccontato i suoi anni in amaranto: “Qui sono cresciuto, questi colori li porterò sempre nel cuore”

Andrea Bricca lo chiamavano “soldatino”. Diligente, generoso, combattivo, in campo dava l’anima. Ci metteva il cuore, non tirava mai indietro la gamba, era duttile: nato mediano, ha giocato da terzino (a destra e a sinistra), da centrale difensivo, da mezz’ala nel centrocampo a due e a tre, da esterno. Quasi sempre ha fatto il suo, quasi mai ha sbagliato partita.

Considerato il quattordicesimo o quindicesimo della lista ogni estate, era uno di quei giocatori che fanno la fortuna degli allenatori. E puntualmente si ritrovava una maglia da titolare sulle spalle per venti/trenta volte a stagione. Non aveva il piede raffinato, non sfornava assist e dribbling però era il primo che raddoppiava l’avversario, che faceva una corsa in più per dare una mano al compagno, che portava energia e motivazione al gruppo.

Classe ’82, con l’Arezzo ha giocato in serie B, in serie C e in serie D: categorie diverse affrontate con lo stesso spirito battagliero, con identica intensità e ammirevole senso d’appartenenza. Oltre centosessanta presenze in amaranto fanno di lui uno dei giocatori più rappresentativi dell’ultimo periodo e anche uno dei più apprezzati dal pubblico, che in suo onore aveva inventato un simpatico coro celebrativo.

Somma, Gustinetti, Conte, Sarri, Cuoghi, Fraschetti, Cari, Ugolotti, Semplici, Galderisi alcuni dei tecnici avuti tra i professionisti. Mezzanotti, Chiappini e Cardinali quelli della stagione 2013/14 in serie D che fruttò il ripescaggio in Lega Pro. Con tutti, un rapporto umano e lavorativo fertile, figlio di un approccio grintoso agli allenamenti e ai novanta minuti di gara. Lo stesso che oggi, nelle vesti di allenatore della Primavera del Gubbio, chiede ai suoi ragazzi.

“Arezzo ha rappresentato un percorso fondamentale di crescita per me – ha detto Andrea Bricca nell’intervista rilasciata ad Amaranto Social Clube mi porto dietro così tante esperienze ed emozioni che è difficile raccontarle tutte. Penso alle partite con Juventus e Milan, al mio unico gol segnato contro la Sangiovannese, alla promozione in B che vissi ai margini per un infortunio al ginocchio. Mi sarebbe piaciuto vincere un altro campionato ma non è andata così. Questi colori restano nel mio cuore”.