Non è un caso che Arezzo e Catania, cioè i club più blasonati del lotto, siano usciti subito dalla corsa al tricolore. Questo consentirà alla società di muoversi per tempo e costruire un organico all’altezza delle aspettative, portando avanti anche gli investimenti annunciati sul Comunale e sui centri sportivi delle Caselle e di Rigutino. Piedi a terra e buon lavoro

Così, dopo il Catania, anche l’Arezzo è uscito dalla poule scudetto. Una caduta un po’ rovinosa, inattesa, ma indolore. Anzi, mai come questa volta possiamo dire che non tutto il male viene per nuocere. Antica saggezza contadina, sempre attuale. Non è un caso che siano fuori dalla poule proprio Arezzo e Catania. Cioè le due squadre, per piazza e trascorsi, più titolate tra le nove promosse. D’altro canto, sono state le prime a chiudere, con grande anticipo, la partita promozione. In soldoni, entrambe erano in vacanza da un mesetto e questo (a sentire Indiani) è il vero motivo dell’uscita anticipata da un finale poco intrigante e ancora meno sensato per storia, tempi e modalità.

Ora, fuori da questa inutile coda, in fondo ad una stagione memorabile, finalmente la SS (a proposito, ce la farà a tornare US nell’anno del Centenario?) potrà dedicarsi al Progetto a tutto tondo, senza remore e distrazioni. Per chi, troppo preso dalla poule se ne fosse scordato, segnaliamo che in questi mesi c’è da fare il centro sportivo di Rigutino (per il prossimo ritiro pre campionato) e da ristrutturare quello delle Caselle.

Ovviamente c’è da fare anche la rosa (allargata a 25 elementi) per la stagione del ritorno tra i prof. Capito l’antifona? Finalmente, ripeto, perché non c’è tempo da perdere. Tante, forse anche troppe, sono le cose da fare. Vero Giovannini? Compreso presentare (e seguire), come annunciato da Manzo, il progetto di ristrutturazione del Città di Arezzo. Progetto fondamentale. Anzi, una vera e propria chiave di svolta per un grande salto di qualità nelle relazioni tra Palazzo Cavallo e casa Cavallino, nella cronaca e nella storia. Chi vivrà nell’anno del Centenario, vedrà. Sul punto, tuttavia, manteniamo una doverosa riserva, per prudenza e trascorsi.

il presidente Manzo e l’ad Selvaggio a Pineto

Confidiamo pienamente, invece, nell’impegno della società di via Gramsci e di tutti i suoi attori, per cominciare ad allestire, finalmente, un Arezzo all’altezza delle aspettative. Un Arezzo che, insomma, sappia inserirsi al meglio e consolidarsi in C, guardando lontano. Manzo (tirato per la giacca da Giovannini) non ha nascosto di pensare a traguardi ambiziosi, da realizzare con gradualità, senza i soliti salti nel buio, di bilanci insostenibili e sospetti.

Certo “il modo ancora offende” i 150 aretini di Pineto, ma ripetiamo per l’ultima volta, convinti come siamo che l’esclusione anticipata dalla poule non sarà una benedizione, ma ci darà una mano a intraprendere il lavoro cui si accinge l’Arezzo, per possibili grandi traguardi, fino all’altezza dei sogni. Piedi a terra, cari compagni d’avventura, e buon lavoro a Manzo, a Indiani, al nostro Nello e, soprattutto, alla “mosca bianca” che, in questa lunga e fantastica estate aretina, avrà un gran bel daffare.