Tra amichevoli e campionato, dal Trastevere al Pescara, gli amaranto hanno sempre beccato almeno una rete, alcune con eccessiva leggerezza. Un dato che stimola diverse riflessioni e che (forse) spiega anche perché le ultime due buone prove non hanno portato punti. Indiani non ha ancora utilizzato diversi elementi della rosa ed è probabile che lo farà martedì con i sardi. Tre punti farebbero comodo

L’AREZZO PRENDE GOL – Dice il saggio che se una squadra fa buone prestazioni e perde, il segnale è sinistro. L’Arezzo delle ultime due uscite ha giocato alla pari con due avversari di rango, avrebbe meritato di più ma ci ha sbattuto la faccia entrambe le volte. C’è di sicuro qualcosa cui mettere mano, fermo restando che lo scotto da pagare alla categoria era nell’ordine delle cose. E comunque, tra amichevoli e campionato, dal Trastevere al Pescara, dall’Aglianese alla Carrarese, dal Trestina al Rimini, l’Arezzo ha sempre beccato almeno un gol, alcuni con eccessiva leggerezza. Un dato che stimola diverse riflessioni.

IL CALCIO E’ STRANO – Indiani torna a casa dalla sfida al maestro Zeman con zero punti in tasca, in una partita in cui Trombini è stato chiamato seriamente in causa solo una volta, mentre il suo collega Plizzari si è guadagnato il premio del migliore in campo. Questo è il calcio, in un match che come da pronostico è stato bello e matto in egual misura. Poteva finire in cento modi, anche 3-2 per l’Arezzo o 3-3 o 4-4, ma ha vinto il Pescara di misura, col cuore in gola fino al 93′: un significato deve averlo per forza.

Cangiano esulta dopo il 3-2

ONESTA’ PESCARESE – Il ds del Pescara, Delli Carri, ha detto senza nascondersi che “la vittoria è immeritata”. Zeman ha confessato di non essere soddisfatto. Al di là dei demeriti e dei peccati di gioventù della squadra biancazzurra (a un certo punto c’erano in campo tre 2001, un 2002 e tre 2004), sullo sviluppo della gara hanno influito anche l’atteggiamento e la qualità dell’Arezzo. Indiani è andato a sfidare Zeman sul suo campo, in tutti i sensi, e per poco non gli fa la festa. In quel “per poco” c’è la spiegazione dei 3 punti in tre giornate conquistati dagli amaranto.

DUBBI TATTICI – Resta il fatto che la squadra è una buona squadra, ha un cuore e un’anima, non va allo sbaraglio, sa rimettersi in piedi. Ha anche dei difetti ma ci sarebbe stato da stupirsi del contrario. Siamo solo alla terza di campionato, ci sta anche di giocarsela a viso aperto ovunque e comunque, a costo di rischiare e pagarne il prezzo. Certo, col senno di poi avrebbe avuto un senso, a metà ripresa, rinforzare gli argini e fare densità dentro la propria metà campo sia contro la Carrarese che con il Pescara. Anche cambiando modulo. Magari il risultato restava sull’1-1 e sul 2-2 e racconteremmo una storia diversa. Ma siamo all’alba del campionato, è presto per fare di necessità virtù.

I SINGOLI – Mawuli si sta ritagliando uno spazio vitale nel reparto di mezzo. Iori è un grimaldello affilato, meno potente di Pattarello ma più continuo, più armonico. Uno vive di strappi (e ci fosse stato a Pescara, chissà…), l’altro di regolarità. Settembrini ha azzannato con forza la stagione del suo ritorno in C, Gucci ha una media palloni ricevuti/gol realizzati altissima. E ha firmato due reti da attaccante di razza. Guccione ancora non ha ingranato, Bianchi ha pagato dazio quando il livello della contesa si è alzato. Indiani non ha ancora utilizzato diversi elementi della rosa ed è probabile che lo farà martedì con l’Olbia. Tre punti farebbero comodo.