il rammarico di Pattarello per un'occasione sfumata

Due palloni deviati nella propria porta hanno privato l’Arezzo della vittoria contro Olbia e Pontedera. Ma se nel primo caso si poteva coltivare rammarico, nel secondo no. Ai demeriti amaranto hanno fatto da contraltare i meriti granata, fermo restando che la squadra, per un motivo o per l’altro, cala cammin facendo: questione tecnica più che atletica e non sarebbe male, in quest’ottica, attaccare nei secondi tempi verso la sud. Resta il fatto che dopo sei giornate, Indiani ha 8 punti in classifica e undici squadre alle spalle. Che è esattamente l’obiettivo stagionale da centrare

NO RAMMARICO – Non c’è nemmeno rammarico stavolta. E’ vero che il Pontedera ha pareggiato a tre minuti dal novantesimo su autogol ma l’1-1 era nell’aria da tanto, troppo. In pratica, da quando le squadre sono tornate su dagli spogliatoi. Dai e dai, alla fine il gollaccio è arrivato e il risultato è giusto. Poi è vero che Trombini ha fatto solo mezza parata, mentre al suo collega Lewis hanno scaldato le mani in diverse circostanze. Ma è la conferma che di chiavi di lettura, in una partita di calcio, ce ne sono molte.

IL BRACCINO – Eccezion fatta per la partita di Pescara, l’Arezzo per un motivo o per l’altro continua a giocare secondi tempi peggiori dei primi. Che si tratti di questione atletica è opinabile, visto che proprio all’Adriatico, contro una squadra dinamica e di gamba, gli amaranto sono cresciuti alla distanza e hanno chiuso all’attacco. La Carrarese fa storia a sé (gol del 2-1 e rosso a Pattarello in pochi minuti), mentre nelle altre quattro circostanze ci sono in effetti delle analogie. Più delle gambe che non girano, sembra una questione di atteggiamento, di capacità di gestione che latita. Quella di Indiani non è squadra da palleggio conservativo e il campo sta semplicemente confermando ciò che già si sapeva. Va da sé che qualche correttivo urge studiarlo.

ONORE AL MERITO – Sabato ci ha messo del suo anche Canzi, tecnico avversario, che nell’intervallo ha tolto un centrocampista, inserito un’altra punta centrale e ridisegnato la squadra con il furetto Ianesi libero di inventare. Una mossa semplice ma efficace che ha scombinato la gara sul piano tattico e che, nonostante i correttivi di Indiani, gli amaranto non sono riusciti a riprendere in mano. La brutta abitudine di commentare prestazioni e risultati basandosi solo sulla propria squadra, tralasciando chi sta di fronte, è purtroppo dura a morire.

TRE QUARTI D’ORA BELLI BELLI – Peccato, perché i primi 45 minuti erano stati belli, frizzanti, ariosi, con un gol realizzato e tante occasioni costruite, con Renzi e Coccia ali aggiunte, Chiosa autoritario, Mawuli straripante e Pattarello incisivo come al solito. Siccome nel calcio la verità muta da un quarto d’ora all’altro, non è azzardato definire il primo tempo di Arezzo-Pontedera il più spumeggiante e convincente dell’inizio stagione. Non si toccano quei picchi di rendimento se non si hanno qualità. Nell’analisi a consuntivo è un dato di cui tenere conto.

GAS IN CURVA – 45 minuti però non bastano per vincere le partite, anche se le ultime due in casa sono finite 1-1 per colpa di autoreti disgraziate, sempre nello stesso angolo di porta… Sotto questo aspetto c’è un gradino da salire e non è detto che la squadra ci riesca in due balletti. Che l’impatto con la C avrebbe aperto qualche crepa era prevedibile e semmai, anche riallacciandosi alle parole di Canzi, viene da chiedersi perché l’Arezzo non scelga di attaccare il secondo tempo verso la sud. Il tecnico del Pontedera ha ammesso che il calore della curva ha inibito i suoi e forse non succederà sempre, forse non sposterà veramente gli equilibri, ma la spinta della Minghelli nel momento cruciale del match potrebbe tornare comoda. Tra l’anno scorso e quest’anno è successo solo sette volte su venti. Proviamo e vediamo.

RIFLESSIONI SPARSE – Bianchi, al quale Indiani ha dato fiducia in modo continuativo e convinto, è tra quelli più sballottati dal salto di categoria. Mawuli, al contrario, si sta dimostrando un calciatore di spessore, la nota più lieta delle prime sei giornate. Renzi ha caratteristiche che solleticano l’idea di vederlo prima o poi in mezzo al campo, anche perché Lazzarini terzino tutto sarebbe tranne che un ripiego. Pattarello spacca (un gol, un assist, un rigore procurato), Settembrini si sta cucendo addosso un ruolo nuovo, Kozak è ancora fuori dal contesto e ottobre sarà importante per capire quale ruolo potrà recitare. In generale, lo scarso coinvolgimento del centravanti (chiunque esso sia) nella manovra della squadra è il dato che accomuna la scorsa annata e la presente.

EQUILIBRIO – Ha poco senso prendere in esame la classifica dopo sei turni, ma in attesa dei posticipi di stasera l’Arezzo ha 11 squadre dietro, che era ed è l’obiettivo stagionale. Ha vinto due volte, ha perso contro due squadre più forti, ha pareggiato con Olbia e Pontedera tra luci e ombre. E’ quello che ci si poteva aspettare da una neopromossa con diversi giocatori al debutto in categoria. Ci sono delle cose che funzionano, ce ne sono delle altre che vanno corrette. Tutto nella norma. Calma e gesso. Equilibrio e buonsenso.