il presidente Guglielmo Manzo

Il presidente guarda al domani con fiducia: “Calo fisiologico della squadra, non ho ansie: i ragazzi sono affiatati, il merito è del mister. Il nostro futuro passa per i risultati sportivi e la stabilità finanziaria. Il direttore nel cda dà forza a tutto il club, il progetto tecnico è in mano sua. Mercato? Ha carta bianca, si sta già muovendo… Mi sono emozionato per il pubblico di Arezzo-Livorno e domenica a Roma, con i nostri tifosi, l’avremmo vinta. Domani approviamo il bilancio al 30 giugno, già saldato il novanta per cento delle pendenze pregresse, legate a ritenute d’acconto, Inail e Iva”

Guglielmo Manzo non ha voluto tergiversare. Lo scorso 12 ottobre in questa intervista anticipò l’intenzione di allungare il contratto a Paolo Giovannini e il 15 novembre è arrivato il nero su bianco, con l’Arezzo che si è messo al riparo dalle brutte sorprese.

Il direttore aveva già la clausola che prevedeva il rinnovo automatico in caso di promozione in C. Perché la necessità di questo prolungamento?

Lo dissi anche l’altra volta. Vista la professionalità e la competenza di Giovannini, che ho potuto toccare con mano in questi mesi, non aveva senso aspettare la fine della stagione. Il progetto tecnico è in mano a lui, è giusto che sia lui a svilupparlo in futuro. Di qui la firma fino al 2026.

Quali direttive gli ha dato?

Le stesse che ci hanno consentito di trovare l’accordo in estate. L’Arezzo deve diventare un club sano dal punto di vista finanziario, puntare ai risultati sportivi che merita la piazza con un occhio al bilancio e uno allo sviluppo del settore giovanile. Mi auguro, anzi ne ho una fondata certezza, che i risultati ci daranno una mano fin da questa stagione.

Perché ha voluto che entrasse nel consiglio d’amministrazione?

Con la qualifica di direttore generale sarebbe stato un controsenso se fosse rimasto fuori. Lui ha la delega per gestire l’attività sportiva a 360 gradi, dai ragazzini alla prima squadra. E’ un intenditore di calcio e la sua presenza nel cda rafforza sia l’immagine che l’operatività della società.

Le è venuta un po’ d’ansia dopo l’ultima flessione di risultati, qualche brutto pensiero?

No, non ho ansie né timori. Siamo partiti fortissimo, adesso c’è un calo che definirei fisiologico, tra l’altro legato a vari episodi che nel calcio possono capitare. Ma resto dell’idea che rialzarsi dopo uno schiaffo rende più forti. Chi lo schiaffo non lo prende mai, rischia di sedersi.

Però il sorpasso della Pianese qualche fibrillazione l’ha creata nell’ambiente.

Normale sia così. Il calcio è pur sempre uno sport dove la palla gira e non puoi prevedere tutto ciò che accadrà. Da parte nostra, la volontà di vincere e costruire un futuro sereno c’è tutta. E sono sicuro che l’Arezzo possa riconquistarsi il primo posto.

in tribuna a Città di Castello con il dg Giovannini

Tra poco apre il mercato. Quanto margine operativo ha Giovannini per rinforzare la rosa?

Giovannini ha carta bianca. Ci ha già spiegato i movimenti che vuole fare e interverrà dove ritiene opportuno, in accordo con il mister e lo staff. Io sulle cose tecniche non metto bocca.

Ma da presidente, e considerando che il 4 dicembre l’Arezzo gioca a Piancastagnaio, si aspetta rinforzi subito o non ci sono urgenze secondo lei?

Non voglio svelare troppe cose. Però pensate alle tempistiche con cui il direttore ha costruito la squadra a giugno e luglio, in largo anticipo sull’inizio del campionato. Si sta già muovendo e con questo credo di avere risposto.

Al di là del risultato, che effetto le ha fatto l’atmosfera di Arezzo-Livorno? Tutta quella gente sotto la sua gestione non c’era mai stata.

Mi sono emozionato, dico la verità. E quando siamo rimasti in dieci, mi si è gelato il sangue, anche se poi i ragazzi hanno strameritato il pareggio. Allo stadio c’erano quattromila aretini, è questo il dato che mi ha fatto felice e che alimenta il mio entusiasmo. Quest’anno, tra campionato e Coppa, non mi sono perso una partita e mi auguro di continuare così. Aggiungo una cosa.

Sui tifosi?

Sì. Domenica a Montespaccato abbiamo giocato una partita zoppa, nel senso che la mancanza del sostegno che abbiamo di solito si è avvertita nettamente. Non c’è la riprova ma sono convinto che con il pubblico alle spalle l’avremmo vinta.

E’ sempre un tifoso di mister Indiani?

Certo. I giocatori ci stanno mettendo l’anima ma ditemi voi se sembrano un gruppo che gioca insieme da pochi mesi. A me danno la sensazione di essere affiatati come se fossero qua da anni. E gran parte del merito è dell’allenatore.

Prima ha fatto cenno all’aspetto finanziario. Domani è in programma l’approvazione del bilancio al 30 giugno. Come va il processo di risanamento?

Abbiamo completato il versamento del capitale sociale, ridotto i costi gestionali e saldato il novanta per cento delle pendenze pregresse che avevamo ereditato, legate a ritenute d’acconto, Inail e Iva, che contiamo di estinguere interamente nei prossimi mesi. Tutto questo senza intaccare il capitale versato. Il bilancio chiuderà in perdita ma poi potremo contare sugli effetti benefici della spending review operata da Giovannini. Consideri che noi versiamo circa 25mila euro al mese solo di F24 per i calciatori. Ma non c’è futuro senza una stabilità dei conti e a quelli è giusto che provveda io. Il direttore e il mister devono pensare solo a riportare l’Arezzo dove merita di stare.

Nato nel 1972, giornalista professionista, ha lavorato con Dahlia, Infront, La7 e Sky. Scrive anche per Arezzo Notizie e Up Magazine, collabora con Teletruria dal 1993. E' il direttore di Amaranto Magazine