Dal 16 aprile 2023 festeggiando la C, al 16 aprile 2024 celebrando i playoff. Impossibile non vedere il bicchiere mezzo pieno, con l’Arezzo che ieri sera ha saputo tenere testa a un avversario come la Torres, attualmente a +24 sugli amaranto. Alcune scelte dell’allenatore fanno discutere ma i fatti gli danno ragione: la squadra ha 7 punti più del girone d’andata e subisce meno gol. Agli spareggi poi andrà come andrà

QUASI FATTA – Impossibile non vedere il bicchiere mezzo pieno. L’Arezzo con il punto di ieri ha apparecchiato la tavola per i playoff e come si fa a non essere soddisfatti dopo un percorso cominciato dalle peripezie di Ghivizzano, Seravezza, Montespaccato e Terranuova? In due anni siamo passati dal timore di non vincere la D a infilarci dentro gli spareggi per la B e dovrebbe bastare il cambio di consonante per tacitare ogni rimpianto. Poi è vero che l’appetito vien mangiando, ma da queste parti si dice pure che all’ocio ingordo gli schiantò il gozzo. Non sarebbe una bella fine.

24 PUNTI IN PIU’ – Ieri sera, oltretutto, di fronte c’era una squadra che ha 24 punti più dell’Arezzo. E’ vero che in C tutti possono vincere e perdere con tutti ma un po’ di realismo non fa mai male. Ci stava di ballare come è successo, non era così scontato che la squadra tirasse su la testa e venisse fuori nella ripresa, con la traversa di Gaddini che grida vendetta. Il pareggio va benone, la squadra non ha le armi, la scorza, i ricambi per vincere sempre. E sullo sviluppo delle partite incidono anche i valori avversari, non solo quelli che deve maneggiare Indiani. Sembra una banalità ma molti, anche allo stadio, se lo scordano.

E CHIOSA? – Con quella schierata contro la Torres, siamo a 25 linee difensive in 36 giornate di campionato. Il quartetto composto da Renzi, Lazzarini, Risaliti e Coccia non era mai stato utilizzato e dunque si è trattato di una primizia assoluta. Con Masetti in attesa di operarsi al ginocchio e Polvani a riposo per un lieve acciacco, ha destato scalpore la quarta panchina di fila per Chiosa. E non per il fatto che pure lui, come tutti, è dentro le rotazioni, quanto perché un’assenza così prolungata dall’undici titolare è difficilmente spiegabile da un punto di vista tecnico. In stagione nessun centrale è rimasto fuori formazione per cinque settimane consecutive per scelta tecnica. Perugia ci dirà.

Fabio Foglia in campo nel finale

IL CAPITANO – Catanese davanti a Settembrini nelle gerarchie attuali qualche dubbio lo lascia. Lo stesso Indiani aveva spiegato dieci giorni fa che il capitano è stato progressivamente penalizzato dal cambio di modulo. Lui, incursore di grande dinamismo, è nato per giocare con il 433 mentre trova problemi di adattamento al 4231. Poi ieri sera, nell’intervallo, l’Arezzo abbandona la mediana a due per tornare al sistema con un play e due mezzeali e Settembrini, che ha un minutaggio decisamente inferiore a Catanese nell’ultimo periodo, resta ancora a sedere, in barba al turn over. Un anno fa il cap era il simbolo della squadra che tornava in C, oggi deve mordere il freno. Ma non può piovere per sempre.

NUMERI CHE MIGLIORANO – E comunque i numeri, aggiornati, sono eloquenti. Nelle prime 12 giornate di campionato l’Arezzo ha subìto 19 gol, nelle successive 12 ne ha incassati 14 e nelle ultime 12 ne ha beccati 9. Nelle prime 17 giornate del girone di andata, i gol al passivo erano 28. Nelle 17 del girone di ritorno sono scesi a 14, la metà. I punti dopo la Torres, un girone fa, erano 19. I punti dopo la Torres oggi sono 26. Cioè 7 in più. Che gli dici a Indiani?

I CONTI DA FARE – Dati alla mano, basta un punto per la (quasi) matematica certezza dei playoff. Lucchese e Pineto, adesso a 44 punti e quindi a -5, possono arrivare massimo a quota 50. Ma l’Arezzo è in vantaggio con gli abruzzesi negli scontri diretti e ha una differenza reti molto migliore di quella dei rossoneri (+1 contro -8), che per sperare dovrebbero vincere di goleada contro Carrarese e Ancona. Lucchese e Pineto possono insidiare verosimilmente solo il Rimini: se finisse oggi il campionato giocherebbe in gara secca a Gubbio, con l’Arezzo a Pescara e la Juventus Next Gen a Pontedera.

100 + 100 – Con lo spezzone di ieri, Fabio Foglia è arrivato a 200 presenze di campionato con l’Arezzo. Ha sfiorato la B, perso la C, vinto la D, in un’alternanza di situazioni, presidenti, direttori, allenatori che altri colleghi sperimentano in una carriera. Lui ha concentrato tutto nell’arco di sei stagioni complessive, raggiungendo un traguardo che nel calcio di oggi è sempre più raro. E che dunque vale di più.