l'abbraccio tra Castiglia e Foglia a fine partita

Con la vittoria contro il Sestri Levante si è parzialmente chiuso un biennio esaltante: ossigeno puro per una piazza abituata a convivere con polemiche, ribaltoni e veleni. I dati relativi a punti conquistati, gol segnati e subiti testimoniano una crescita costante: l’Arezzo nel girone di ritorno sarebbe settimo in classifica e il segreto, più che nelle qualità tecniche, è stato la capacità di superare con coscienza i momenti difficili. Adesso sotto con gli spareggi: vincerli è impresa quasi impossibile, andare un po’ avanti e divertirsi invece no

APPLAUSI – Con questo 2-1 si chiude (parzialmente) un biennio esaltante per l’Arezzo, che con buone idee, una gestione saggia delle situazioni di calcio e senza spendere un occhio della testa, ha vinto un campionato di serie D e guadagnato i playoff in categoria superiore. Per una piazza abituata a convivere con polemiche, ribaltoni e veleni, sono stati due anni di ossigeno puro, aria fresca che ha reso ancora più eccitante il centenario del club. Risaliti segnò il gol inaugurale di questo mini ciclo a Orvieto e ha segnato l’ultimo con il Sestri Levante. E’ come un cerchio che si chiude.

IL SEGRETO – L’ottavo posto finale con 53 punti non va preso come una roba scontata, normale, perché non lo è. E’ il frutto di un lavoro che parte da lontano e che il campo ha premiato. La continuità, se ci sono persone capaci a fare il proprio mestiere, è un propellente formidabile. Specie qua, dove in cento anni di storia a mancare troppo spesso è stata proprio la programmazione. E a guardare bene questi due anni, più delle qualità tecniche (che pure ci sono state), più dell’abilità in campo (che pure c’è stata), la differenza l’ha fatta la capacità di gestire i momenti difficili, gli snodi cruciali che capitano in ogni stagione. Il segreto del successo sta soprattutto qui.

il gol del 2-1 di Risaliti

SEMPRE PIU’ SU – L’Arezzo ha chiuso il girone di andata all’undicesimo posto della classifica con 23 punti: si trovava a -1 dai playoff e a +4 sui playout. Nel girone di ritorno è invece settimo con 30 punti (+7 sull’andata) e ha finito la stagione a +3 sul decimo posto e a +11 sui playout. Dividendo l’annata in tre parti vengono fuori questi dati: 15 punti nelle prime 13 giornate (15 gol segnati, 21 subiti), 16 punti nelle successive 13 (14 gol segnati, 14 subiti), 22 punti nelle ultime 12 (17 gol segnati, 9 subiti). Stabile il trend delle reti realizzate, in miglioramento costante quello delle reti al passivo. I numeri, di Indiani e di tutto il gruppo, spiegano più delle parole.

TOCCANDO FERRO – Tornando a ieri sera. Non è stata una gran partita. L’Arezzo l’ha vinta per il rotto della cuffia, scalando una posizione in classifica e cambiando avversario per i playoff all’ultimo secondo. Non più Pescara ma Juventus Next Gen. Il tempo e il campo diranno se la sorte che ha accompagnato in rete il pallone di Risaliti sia stata ria o benigna. Per adesso non si può che incrociare le dita.

E ORA? – Ma l’Arezzo come sta? Nelle ultime cinque giornate ha perso (senza meritarlo) con la Juventus Next Gen, ha infilato tre 1-1 di fila con Lucchese, Torres e Perugia, poi ha battuto il Sestri in zona Cesarini. La squadra è in buone condizioni, anche se forse il picco della forma l’ha toccato in concomitanza con le tre vittorie consecutive di marzo contro Vis Pesaro, Pineto e Fermana. Adesso bisognerà prepararsi bene e sperare che non ci siano intoppi, a cominciare dal malanno di Pattarello, perché soprattutto davanti le alternative sono risicate. Nessuno pretende di vincere i playoff (sarebbe come scalare la montagna a mani nude), ma andare un po’ avanti non è impossibile. Dicono che Indiani, oltre che bravo, sia pure fortunato. Vediamo se è vero.