(foto SportCampania.it)

Accordo vicino con il tecnico ex Rimini. Classe ’79, nelle giovanili del Bologna e in C al Mantova ha allenato Pattarello e Guccione. Proficuo il confronto a quattr’occhi con il ds Cutolo, restano gli ultimi dettagli da limare. Pronto un biennale, arriverà con il vice Di Cecco e il match analyst D’Alesio

“Siamo a buon bunto, ho belle sensazioni. Credo e spero che in un paio di giorni si possa definire tutto”. Emanuele Troise non aggiunge altro ma il tono della voce tradisce un solido ottimismo. Salvo imprevisti dell’ultimo momento, sarà lui il prossimo allenatore dell’Arezzo. La trattativa è ben avviata, il confronto a quattr’occhi con il direttore sportivo Nello Cutolo è stato proficuo e adesso restano soltanto gli ultimi (importanti) dettagli da mettere a punto. La base di partenza è un contratto biennale, la scelta più logica per un club che deve consolidare un progetto cominciato due anni fa con altri interpreti e modificato bruscamente in corso d’opera, ma che resta ambizioso. La più logica anche per un allenatore che arriva in amaranto per migliorare sia il suo decimo posto di Rimini nell’ultima stagione, sia l’ottavo di Indiani.

Dopo aver capito che Fabio Caserta, inizialmente obiettivo numero uno, non era raggiungibile, l’Arezzo ha virato su profili diversi: sono stati vagliati Barilari (ex Sestri), Longo (ex Picerno), Modica (ex Messina) ma alla fine il più convincente è apparso Troise. 45 anni, napoletano cresciuto nelle giovanili del Napoli (a quell’epoca risalgono i primi incroci con Cutolo), una buona carriera da difensore con gli azzurri, il Bologna e la Ternana, ha appeso presto le scarpe al chiodo.

“A 31 anni mi sono dedicato a un ruolo per cui mi ritengo idoneo – spiegò in una vecchia intervista a SerieD24.com. Ho iniziato da vice di Pecchia, a Latina, nella stagione 2012/13. Un’esperienza che ha cambiato la mia vita. L’anno successivo Fabio è diventato vice di Benitez a Napoli e mi ha portato con sé in qualità di collaboratore esterno: ero l’addetto alle relazioni tecniche sugli avversari. Poi sono passato al Bologna come collaboratore di Diego Lopez. Lì ho fatto la trafila nel settore giovanile”.

In rossoblu vince lo scudetto Primavera e il torneo di Viareggio. Inoltre allena Pattarello, attuale numero 10 amaranto e all’epoca talento in erba. Il buon lavoro bolognese gli vale l’esordio tra i professionisti. Troise va al Mantova, con cui si piazza al decimo posto in C: in rosa c’è Guccione, oggi fantasista dell’Arezzo, che gioca 33 partite e segna 15 gol. Poi per l’allenatore le due sfortunate stagioni alla Cavese in D: nella prima, subentrato a Ferazzoli, vede sfumare la C per un punto (promosso il Gelbison); nella seconda arriva a pari punti con il Brindisi e perde lo spareggio promozione contro i pugliesi sul neutro di Vibo Valentia.

Infine l’ultima annata a Rimini: rileva Raimondi all’ottava giornata e conquista 46 punti (nello stesso arco di tempo l’Arezzo ne raccoglie 45), chiudendo in decima posizione. Ai playoff supera il primo turno a Gubbio ma viene eliminato senza perdere a Perugia. Sembra il viatico di una conferma, invece con il club romagnolo non arriva la fumata bianca. Il Rimini sceglie Buscè per la panchina, Troise finisce nel mirino di diversi club, tra cui Campobasso e Pescara. Ma l’Arezzo sorpassa tutti e si avvia a chiudere l’affare. Il tecnico avrà di sicuro al suo fianco il vice Domenico Di Cecco e il match analyst Filippo D’Alesio. Il preparatore dei portieri e il preparatore atletico potrebbe invece ritrovarseli in casa, proseguendo il lavoro con Massimiliano Magi e Maurizio Pecorari (sotto contratto fino al 2025).

Troise è duttile tatticamente, ama il 433 ma non disdegna né l’utilizzo del trequartista né il 4231. Conosce l’organico amaranto e da parte sua c’è apprezzamento per il livello dei calciatori in rosa. Senza scossoni clamorosi dal mercato, nel giro di 48 ore tutti gli incastri dovrebbero andare al loro posto. E così, per un curioso intreccio del destino, il successore di Indiani sarà un tecnico nato nel 1979, anno in cui il “mago” di Certaldo, ancora giovanissimo, cominciò ad allenare. Il segno di un’epoca che cambia.