Giacomo Dani

La formazione giovanile amaranto sta sorprendendo attraverso gioco e risultati: la vittoria del campionato e la qualificazione alle Final Four sono stati raggiunti con un grande lavoro di squadra diretto da un allenatore che ha saputo costruire un gruppo forte che domenica 28 giugno disputerà la semifinale contro la Juventus. Emozione indescrivibile aver battuto i top club e arrivare così lontano ma il merito è tutto delle mie ragazze. Devono godersi ogni momento, ora serve chiudere in bellezza un percorso già storico. Futuro? Mi vedo ancora nel calcio femminile

Le ragazze amaranto continuano a stupire e il sogno di arrivare alle “Final Four” è diventato realtà dopo aver eliminato il Bari nei quarti di finale. La semifinale fra Acf Arezzo e Juventus andrà in scena venerdì 28 giugno alle ore 20.30 allo stadio “Riviera delle Palme” di San Benedetto del Tronto. Finali che si svolgeranno alle ore 17.30 al Bruno Recchioni di Fermo (per decretare la vincente) e al Della Valle di Casette d’Ete di Sant’Elpidio a Mare alle ore 10 (terzo e quarto posto). Entrambe domenica 30 giugno.

Mister, complimenti per lo splendido traguardo raggiunto. Che effetto fa trovarsi fra queste grandi squadre in questo momento?

Devo dire la verità, è stranissimo, ad inizio anno era impensabile e ci fantasticavo su, quasi ad immaginarmi come potesse essere un giorno arrivare ad affrontare queste realtà. Adesso siamo qui con queste squadre straordinarie, che fanno calcio praticamente da sempre, in cerca di grandi soddisfazioni. Viviamo il momento senza l’ossessione di dover vincere a tutti i costi e allo stesso tempo metteremo sul campo il massimo impegno per giocare il nostro calcio, vincere ma soprattutto per divertirci come sempre.

La Juventus sarà la prima delle avversarie nelle Final Four: come si motiva la squadra in questi momenti e come preparerete la sfida?

L’adattamento tattico sarà molto simile alle gare precedenti poiché vogliamo imporre il nostro gioco anche contro una super squadra come la Juventus. L’avversaria si commenta da sola, ma la affronteremo con rispetto e senza paura. Sarà una grande partita, dunque basta questo per motivare le ragazze. Sanno già da sole quanto sono fortunate e quanto si meritano questo finale di stagione.

Durante la stagione le ragazze hanno vinto il campionato in maniera nettissima, se l’aspettava una stagione così?

Sapevo di avere fra le mani un’ottima squadra con buonissime individualità e che avremmo potuto fare davvero bene, questo sì. Se poi mi chiedi se avrei mai pensato di ottenere la vittoria di un campionato in maniera così netta è un altro discorso. Abbiamo fatto un torneo straordinario, con 27 vittorie e 3 pareggi in 30 partite, in più ci siamo tolti il grande sfizio di battere la Fiorentina al Viola Park, poi Sassuolo, Parma e quindi Bari andata e ritorno nei quarti in un campo dove nessuno aveva vinto ques’anno. Questa squadra è stata una sorpresa continua ma adesso dobbiamo terminare bene. Spero che le ragazze abbiano in serbo ancora qualcosa di speciale, accetterei ancora un regalo (ride).

Cosa manca ancora oggi al calcio femminile per crescere sotto il punto di vista della visibilità?

Tempo, direi che c’è assolutamente bisogno di tempo come per tutti i processi di ringiovanimento. Il calcio maschile dagli anni ’90 fino ad oggi, così come ancora prima, ha subito lo stesso cambiamento ed è cresciuto tanto. Oggi è il momento del femminile, che sta facendo passi da gigante essendo sempre più seguito, come dimostrano i dati degli spettatori in continua ascesa.


Lei è un mental coach e quindi da anni lavora sulla testa degli atleti. Quanto è importante tenere allenata la mente di uno sportivo?

Moltissimo e sicuramente mi sentirei di scommettere su tante ragazze. Abbiamo individualità fortissime. Ovvio che vista la giovane età devono migliorarsi ancora, ma il desiderio che mi porto dentro è di vederle un giorno ad alti livelli e con la maglia della Nazionale. Hanno tante potenziale da esprimere e questa stagione ne è la riprova. Loro però sanno che non basta e che dovranno mettere questo sport davanti a tutto, arrivando a sacrificare una parte di tempo della loro vita. Ma se la voglia di arrivare sarà più forte di tutto il resto, il mio desiderio potrà avverarsi.

Se la sente di farci qualche nome?

Preferisco non specificare i nomi per un motivo chiaro. Verrebbe fuori una lista della spesa, essendo in tante molto brave, e poi perché va dato merito corale a questo gruppo. Nessuna di loro ha fatto la differenza più delle altre, l’individualità se messa al servizio del collettivo diventa devastante. E a noi è successo esattamente questo.

Giacomo Dani invece dove si vede fra qualche anno?

Finita la stagione arriverà il momento di fermarsi e decidere il da farsi, ma mi vedo ancora allenatore nel femminile il prossimo anno e in futuro mi piacerebbe diventare un professionista, perché questo è un mestiere che amo molto. Fino a che c’è passione andrò avanti e fidati se ti dico che ne ho da vendere.