Giacomo Risaliti dopo il gol alla Pianese nel big match di serie D

Il difensore ha risolto il contratto in scadenza nel 2025, chiudendo un biennio molto positivo: “Sarei rimasto volentieri ma è giusto che le società facciano le loro scelte. Ne ho preso atto ed è stato un commiato rispettoso da entrambe le parti. In questi due anni la squadra sentiva di avere il pubblico come alleato e il pubblico si riconosceva nella squadra, un rapporto speciale da vivere. Spero di aver restituito almeno un decimo di quello che la tifoseria ha dato a me”

Era in buona compagnia, ma se si dovesse indicare uno degli uomini spogliatoio più importanti delle ultime due stagioni, il pensiero andrebbe dritto a Giacomo Risaliti. Classe 1995, difensore centrale, per l’Arezzo è stato un solido punto di riferimento, non soltanto in campo. Fu lui, con un colpo di testa su azione d’angolo, a segnare il primo gol del nuovo corso amaranto. Era il 3 settembre 2022 e quella capocciata spianò la strada sul campo di Orvieto. La partita poi finì 4-0 e Risaliti firmò una doppietta. Ed è stato lui a buttare dentro l’ultimo pallone del campionato appena consegnato agli archivi: gol al Sestri Levante, il 28 aprile 2024, per il 2-1 che ha fruttato l’ottavo posto in classifica. Ieri il giocatore originario di Prato, che ad Arezzo ha trovato anche il modo di laurearsi in giurisprudenza, ha risolto il contratto in scadenza nel 2025 e chiuso una parentesi ricca di cose buone.

Sensazioni?

Un po’ di malinconia e di emozione. Sarei rimasto volentieri per proseguire un certo tipo di percorso ma è giusto che le società facciano le loro scelte e le loro valutazioni. Ne ho preso atto e devo dire che è stato un commiato rispettoso da entrambe le parti. Il calcio è così e dobbiamo accettarlo.

Cosa ti porterai dietro di queste due stagioni?

La coesione che abbiamo respirato fin dal primo giorno, nonostante all’inizio la piazza venisse da un periodo di contestazione. Però si era creato un ambiente unito, compatto. La squadra sentiva di avere il pubblico come alleato e il pubblico si riconosceva nella squadra. Era un feeling speciale da vivere.

Quali sono stati i momenti che più ti hanno lasciato il segno?

Faccio fatica a fare una selezione. Direi la doppietta di Orvieto, la trasferta di Ponsacco, la festa del 16 aprile con la Pianese. E il gol al Perugia, anche se un po’ rocambolesco. Aggiungerei lo spirito con cui abbiamo superato le difficoltà.

Che comunque ci sono state.

Sì, ma io ho sempre avuto la sensazione che ce l’avremmo fatta, in serie D come in serie C. Merito della società che aveva messo dentro lo spogliatoio persone vere oltre che ottimi calciatori. So per esperienza che se non si pensa al bene comune ma al proprio, i risultati non arrivano e si va a fondo.

E adesso?

Adesso voglio ringraziare i tanti tifosi che mi hanno scritto, inviato messaggi ma anche quelli che ci hanno accompagnato in casa e fuori in questi due campionati. Spero di aver restituito almeno un decimo di quello che la gente ha dato a me.

Vai a Livorno in serie D?

E’ una possibilità. Non è facile tornare tra i dilettanti dopo aver toccato la C ma feci questa scelta due estati fa per venire ad Arezzo e non me ne sono mai pentito. Anzi, questi sono stati gli anni più belli della mia carriera.