mischia in area del Pineto

Gli amaranto concedono gol con troppa facilità e non riescono a incidere in attacco. Sopra la sufficienza solo Trombini, capitan Settembrini e Gucci. Renzi anonimo da terzino, Mawuli non comanda a metà campo, Pattarello non pervenuto per un’ora, secondo fallo da rigore per Lazzarini

Le pagelle di Pineto-Arezzo.

TROMBINI 6 Destino gramo il suo: due trasferte, sei palloni dietro la schiena, nessuna responsabilità specifica. A parte i gol, sbriga le formalità con sicurezza.

RENZI 5 Torna a fare il terzino e si perde nei meandri della partita. Porta poco alla linea difensiva, toglie moltissimo al centrocampo. Quando Troise lo sposta di nuovo in mediana, la gara imbocca definitivamente la china peggiore e anche lui ci resta invischiato.

DEL FABRO 5 Fabrizi lo brucia con una deviazione quasi impercettibile sul gol dell’1-0. Più grave la libertà che concede a Pellegrino nell’azione del raddoppio: lo guarda, lo vede arrivare, se lo lascia sfilare alle spalle e gli concede il mezzo metro decisivo per metterla dentro.

GIGLI 5 E’ un periodo in cui basta il minimo dettaglio fuori posto per pagare dazio. Affronta l’uno contro uno con Del Sole, mancino puro, chiudendogli il corridoio per andare sul destro. Quello sposta palla e disegna con il piede forte la traiettoria che schioda lo 0-0, complice la deviazione di Fabrizi. Dovrebbe comandare con il fisico, non succede.

COCCIA 5 L’inizio è incoraggiante ma si rivela un fuoco di paglia. Si spegne insieme ai compagni subito dopo lo svantaggio, masticando un pallone che poteva servire al liberissimo Ogunseye e poi restando piantato a metà strada. Delle sue scorribande in avanti non c’è traccia e Troise, nel finale, lo sostituisce (st 27′ Righetti ng).

MAWULI 5 Stavolta gioca con un solo mediano di fianco, in cerca di nuovi equilibri. Il tentativo non porta i risultati sperati: l’approccio non è male ma 25 minuti non bastano. Amadio, 35 anni e il coltello tra i denti, lì in mezzo fa il bello e il cattivo tempo. Lui non decolla né quando c’è da fare legna né quando c’è da palleggiare (st 11′ Lazzarini 5 La nuvoletta di Fantozzi gli sta incollata sulla testa. La sua partita sta tutta nel fallo da rigore su Bruzzaniti per una sbracciata neanche troppo vigorosa. Però la postura con cui affronta l’avversario non è da manuale).

SETTEMBRINI 6 Giocando a due a centrocampo, deve adattare le sue caratteristiche. La buona prova di Pesaro è un bel ricostituente, si vede da come va a battagliare con Amadio e Lombardi, da come mangia il campo quando si aprono spazi. Più quantità che qualità, qualche battibecco di troppo, però almeno è vivo, presente (st 18′ Chierico ng Il Pineto raddoppia tre minuti dopo il suo ingresso e la partita, di lì in avanti, perde consistenza e ordine. Difficile, quasi impossibile, lasciare una traccia per lui).

PATTARELLO 5 Non pervenuto per un’ora abbondante. Defilato sia per la posizione in campo che per l’incisività sul match. Quando si sveglia, fino a timbrare qualche sgassata delle sue e il rigore in zona Cesarini, è troppo tardi.

GUCCIONE 5 Galleggia tra centrocampo, dove rientra per creare superiorità, e attacco, dove dovrebbe innescare sia gli esterni che il centravanti. Ma non è serata e quando si eclissa, l’Arezzo non trova luci alternative. Tra Pesaro e Pineto, due prestazioni da comprimario. Se non gira lui, il giochino va a farsi benedire.

TAVERNELLI 5 Un cross per Ogunseye e stop. E’ uno che per caratteristiche si muove, sterza, si allarga, va dentro. Solo che non produce nulla di veramente pericoloso. Meccanismi da oliare (st 11′ Gaddini 5.5 L’impatto è troppo soft. Migliora nel finale a risultato compromesso).

OGUNSEYE 6 Vince il ballottaggio con Gucci, segnale di gerarchie che stanno mutando. Considerando che la condizione non è al top e il contesto intorno è quello che è, fa abbastanza. Sua l’occasione più pulita del primo tempo, con una capocciata su azione d’angolo che poteva cambiare lo scenario. Ma Tonti gli dice di no. Prende le botte, gioca di sponda, se non altro dimostra di essere in modalità on (11′ st Gucci 6 In una serata in cui, secondo Troise, l’Arezzo viene surclassato in quanto a motivazioni e cattiveria, lui entra bello cazzuto. Non segna ma dentro l’area si fa trovare al posto giusto un paio di volte).