Roberto ha vissuto in modo speciale la partita di domenica e ce l’ha raccontata con una mail inviata alla redazione: “Abito in Sardegna da 8 anni e neanche ricordo qual era stata l’ultima partita dell’Arezzo che avevo visto dal vivo. Sono contento di aver ricominciato così”
Roberto è aretino, tifoso di calcio e vive in Sardegna, da 8 anni. Sull’isola si è sposato, cominciando una nuova vita che però non gli ha impedito di conservare le vecchie passioni. Tra queste c’è ovviamente l’Arezzo, che ha continuato a seguire a distanza. Domenica ha approfittato della partita di Sassari per riannodare i fili con i colori amaranto, anche se il divieto di ingresso allo stadio per gli aretini è stato un ostacolo imprevisto. Roberto ha il domicilio a Selargius, nel cagliaritano, ma la residenza è rimasta qua e superare l’inghippo non è stato semplice. Alla fine, però, tutto è andato per il verso giusto, come ci ha scritto lui stesso in questa mail inviata alla redazione.
“Ciao a tutti, io domenica ero in tribuna e a fine partita sono sceso e ho chiamato Ogunseye, che è venuto alla recinzione e siamo riusciti a scambiare due parole. Volevo però dire che ho fatto i complimenti ad uno di Sassari vicino a me che, assieme ad almeno 30 persone, stava applaudendo i nostri giocatori mentre scendevano negli spogliatoi: gli ho detto che un pubblico così sportivo non si trova tutti i giorni e quella situazione mi aveva fatto emozionare. Mi sono sentito in dovere di stringergli la mano. Vivo in Sardegna da 8 anni e neanche ricordo qual era stata l’ultima partita dell’Arezzo che avevo visto dal vivo, però sono contento di aver ricominciato con questa.
Aggiungo che sono stato tutta la settimana al telefono con Stefano Farsetti, di Orgoglio Amaranto, per cercare di capire come acquistare i biglietti per me, mia moglie e due amici: loro tre sardi e io domiciliato a Selargius ma ancora residente ad Arezzo. Poi, saputo della cancellazione della trasferta, sono andato su Vivaticket e ho comprato i biglietti per il settore ospiti.
Al nostro arrivo a Sassari ci siamo recati allo stadio dove ci stavano aspettando una ventina di carabinieri. Molto cordialmente ci hanno chiesto se volevamo vedere la partita in curva o accettare di spostarsi in tribuna: io ho risposto che la nostra intenzione era di dare il minor disturbo possibile e che avrei preferito decidessero loro. Mia moglie però ha detto che sarebbe andata volentieri nel settore e ci siamo incamminati. Dopo poco ci hanno richiamato per spiegarci che sarebbe stato preferibile spostarsi in tribuna e così abbiamo fatto: con molto dispiacere però, perché mi sarebbe piaciuto molto scoprire la reazione di tutto lo stadio, squadra nostra compresa, vedendo arrivare 4 persone e sedersi nel settore ospiti.
A fine partita poi abbiamo reincontrato gli stessi carabinieri che ci hanno salutato cordialmente e fatto i complimenti per la vittoria. Insomma, una bella giornata non solo dal punto di vista sportivo ma anche per i rapporti umani. L’ultima cosa: siamo partiti da Selargius alle 10 di mattina dopo che io avevo lavorato di notte in aeroporto e dormito solo tre ore. Ma ne è valsa la pena. Un saluto e a presto”