Il presidente dopo la conferenza stampa di presentazione del progetto: “I lavori partiranno a febbraio del 2026 e termineranno nel 2030, anche se io mi auguro di accorciare i tempi. L’investimento è di circa 28 milioni di euro. Sto mettendo a punto un piano per inserire l’Arezzo dentro una struttura societaria più forte, sempre più legata alla mia famiglia”
Guglielmo Manzo ha commentato così la presentazione del progetto per la ristrutturazione dello stadio: “Ho cominciato da subito, fin dal primo giorno, a ragionare su questo tema. Vogliamo rendere l’Arezzo sempre più forte e con lo stadio di proprietà la società vivrebbe con risorse proprie. Poi è chiaro che i risultati del campo sono determinanti ma a livello finanziario ci darebbe l’autosufficienza. I lavori partiranno a febbraio del 2026 e termineranno nel 2030, anche se io mi auguro di accorciare i tempi. L’investimento, come abbiamo ricordato, è di circa 28 milioni di euro: il piano economico finanziario che stiamo studiando prevede non soltanto il contributo di New Energy ma anche di partner privati che sono già pronti. Il nostro è un gruppo importante che dialoga con tanti soggetti, nei prossimi mesi faremo nomi e numeri. Una volta che il Comune ci darà il via libera, definiremo tutto nei dettagli. Il progetto è a medio lungo termine ma noi calcisticamente continueremo su questa strada: in estate abbiamo interrotto la collaborazione con Indiani e Giovannini, che ringrazierò sempre, perché era il momento di fare certe scelte. E Cutolo si sta dimostrando un valore aggiunto dal punto di vista organizzativo e manageriale. In conferenza stampa ho parlato di Champions perché l’ambizione massima di un uomo che fa calcio è quella, non voglio pormi limiti. Ricordo che vent’anni fa più o meno Arezzo e Atalanta erano nella stessa categoria: guardiamo dove siamo noi e dove sono loro. Quella società è stata brava a programmare, dobbiamo prenderla a esempio e anche per questo, per seguire il progetto stadio e mantenere gli impegni tecnici, sto mettendo a punto un piano per inserire l’Arezzo dentro una struttura societaria più forte, sempre più legata alla mia famiglia”