La sud non ha gradito l’atteggiamento nel derby e ha atteso la squadra all’hotel in Valdichiana: confronto molto duro ma dentro i limiti della civiltà. La sconfitta non è stata indolore e rischia di spezzare il legame solido che c’era sempre stato, negli ultimi anni, tra calciatori e curva. Durante la gara, botta e risposta a suon di striscioni con i rivali della nord perugina

Fischi copiosi alla fine della partita e poi la contestazione davanti all’hotel di Rigutino, dopo il ritorno dei giocatori al quartier generale. La sconfitta nel derby non è stata indolore e rischia di spezzare il legame solido che c’era sempre stato, negli ultimi anni, tra squadra e curva sud. Troppo brutta la prestazione, del tutto incolore, senza quel mordente che dovrebbe caratterizzare un derby e che era stato esibito nell’ultima gara con il Pescara. Un passo indietro clamoroso che va al di là della sconfitta e che allunga la serie negativa a cinque giornate, caratterizzate da alti e bassi, da sprazzi di buon gioco e amnesie difficilmente spiegabili.

Fatto sta che la brutta figura di Perugia non è andata giù alla Minghelli, presente al Curi dopo 13 anni di assenza, che prima del fischio d’inizio aveva esibito uno striscione eloquente: “Forza Arezzo… carica!”. Un incitamento che però è caduto nel vuoto. E così un cospicuo gruppo di tifosi ha atteso la squadra a Rigutino: il confronto è stato duro, anche se dentro i limiti della civiltà. “Adesso basta”, questo in sintesi il messaggio per i giocatori, invitati bruscamente a dare una sterzata alla stagione.

Durante la partita la sud, oltre a sostenere l’Arezzo, aveva ingaggiato un duello a distanza con i rivali perugini. “Noi ricorso al Tar, voi chiacchiere da bar. Liberi di viaggiare con il mezzo che ci pare” si leggeva in uno striscione legato alle modalità di trasferta dei due derby della stagione passata. Ma non è mancata nemmeno la cavalleria: “Oltre la rivalità, salutiamo Aldo vecchio ultrà” in omaggio a un tifoso biancorosso scomparso di recente.

Dall’altra parte la nord ha scritto: “Onore a quel rivale che lotta ancora per un ideale. Trasferte libere”, proprio in riferimento a quello di cui abbiamo accennato qualche riga più sopra. E non è mancato nemmeno un più prosaico: “Arezzo merda”.

Poi la festa del Perugia, tornato alla vittoria dopo un mese, e la delusione dell’Arezzo. Fino al blitz a Rigutino.