Condizione psicologica, sistema di gioco, la posizione di Chierico, Renzi e soprattutto Capello, la concorrenza Ogunseye-Ravasio, gli spazi per Settembrini e le caratteristiche di Guccione: per il nuovo allenatore, arrivato a mercato chiuso, è già tempo di decisioni
Cristian Bucchi è arrivato a mercato chiuso. E ha trovato una rosa di qualità, con tante alternative, ma costruita secondo le richieste del suo predecessore. Non ha avuto modo e tempo nemmeno per dare indicazioni al fine di riempire l’ultimo slot, quello rimasto libero in una lista che comprende 22 calciatori a fronte del massimo consentito, cioè 23. Il calendario e le circostanze lo obbligano a metterci subito del suo: i prossimi avversari sono forti, l’Arezzo ha vinto solo una partita nelle ultime cinque (a Legnago) e in casa ha conquistato i tre punti soltanto una volta nelle ultime sette gare (contro la Pianese).
1) L’urgenza riguarda la condizione psicologica del gruppo. Nel 2025 si è aperta una crisi di risultati inattesa, che a catena ha provocato: la contestazione della tifoseria, culminata con lo striscione al vetriolo al termine della partita di Gubbio; gli strali del presidente, che ha spedito tutti in ritiro e sferzato la squadra in sala stampa dopo il tracollo con il Pontedera; l’esonero di Troise, il quale era sulla graticola da un po’ e ha pagato le responsabilità sue e pure quelle non sue, come spesso accade nel calcio. Lo spogliatoio andrà rivitalizzato, rassicurato, stimolato, tutte operazioni che richiedono tempo. Solo che il tempo non abbonda. A meno che Bucchi, sfruttando il suo carattere, bruci le tappe. E’ uno empatico, estroverso, non è detto che non vi riesca.
2) E’ anche un allenatore duttile, oltre che esperto. Non ha dogmi tattici, i suoi trascorsi testimoniano un’elasticità che in questo momento può essere un grande vantaggio: non devono essere i calciatori ad adattarsi alle sue richieste ma sarà lui a plasmare le sue idee sulle caratteristiche dei giocatori. Sarà anche interessante capire se secondo Bucchi quest’Arezzo può esprimersi compiutamente con la linea arretrata a quattro oppure con la difesa a tre: una scelta non banale, perché poi condizionerà la composizione di centrocampo e attacco.
3) Bucchi è uno che ama tenere palla, proporre gioco, costruire una manovra ariosa. Tendenzialmente, quindi, predilige calciatori tecnici ancorché funzionali. In organico troverà Chierico che è un atipico, Renzi che è un atipico e Capello che è il principe degli atipici. Sono tre elementi diversi ma accomunati da una poliedricità che ne costituisce la loro forza e, talora, il loro limite. Chierico è più mezz’ala o più trequartista? Renzi è più interno o più laterale? Capello è più centravanti di manovra o più rifinitore? Soprattutto quest’ultimo, dalla tecnica sopraffina, è sceso dalla B per contribuire alla causa con i pregi e i difetti di un senza ruolo, come lui stesso si è definito durante la presentazione. Per dilatarne i primi e ridurne i secondi, va sistemato nella porzione di campo giusta. In questi giorni ha un fastidio al polpaccio da smaltire, ma la collocazione di Capello è una delle priorità per Bucchi.
4) Mediana a due o mediana a tre è un altro interrogativo da sciogliere. Il recupero in pianta stabile di Damiani può portare un aiuto prezioso, considerando le qualità del ragazzo che però ha perso tanti mesi per la convalescenza. La squadra è stata pensata, almeno inizialmente, per giocare 433, solo che poi l’abbondanza in attacco ha spinto Troise a ripiegare spesso sul 4231, con Guccione impiegato frequentemente da intermedio puro o da tuttocampista e licenza di abbassarsi fino ai difensori per avviare il gioco. L’utilizzo del 7, ultimamente in flessione ma per diverso tempo fulcro del giropalla, è un altro punto su cui Bucchi dovrà mettere la testa, unitamente al destino di Settembrini: il capitano resterà ai margini o ritroverà uno spazio significativo? Vedremo.
5) Infine l’attacco, che quest’anno è stato assortito in ogni modo: senza centravanti, con un centravanti solo, anche con due in qualche circostanza. Nel ruolo di prima punta si è aggiunto Ravasio a fianco di Ogunseye: c’è da capire se l’intendimento è ancora quello di recuperare l’ex Cesena, qua in prestito, o se ormai si punterà tutto sull’attaccante prelavato dal Cittadella e messo sotto contratto fino al 2027. Pattarello e Tavernelli prediligono le fasce, Capello viene dentro al campo, Guccione svaria. E quindi tridente aperto, albero di Natale, un trequartista dietro due punte sono tutte soluzioni spendibili: semmai Bucchi dovrà capire in fretta se è consigliabile alternare moduli e giocatori o se invece, mettendo tutto sulla bilancia, è più utile fare scelte più nette. Anche a costo di prendere decisioni dolorose.