la targa in Corso Italia 275

La partita mai giocata di Vicenza, le lacrime di Pinella Rossi, il tribunale che scrisse la parola fine, il comitato di sostegno, l’impegno di Enzo Ficai, la ripartenza con Francesco Graziani sono pietre miliari della storia amaranto. Nel 2023 l’affissione della targa nel luogo della fondazione dell’Arezzo

Il 17 aprile è sempre una ferita aperta, una data che risuona lugubre nella mente degli sportivi. La radiazione del 1993 fu uno shock per tutta la città e ha segnato il cammino dell’Arezzo calcio. La partita mai giocata di Vicenza, le lacrime di Pinella Rossi, il tribunale che scrisse la parola fine, il comitato di sostegno, l’impegno di Enzo Ficai, la ripartenza con Francesco Graziani sono pietre miliari della storia amaranto. Ed è un fatto che la cancellazione della vecchia Unione Sportiva a torneo in corso abbia instillato nel dna della tifoseria uno scetticismo profondo nei confronti del Palazzo.

A parziale risarcimento di quella durissima vicenda, due anni fa è arrivata la promozione in serie C: una giornata bella, di sana e genuina felicità, che ha riconsegnato il professionismo a una piazza di nuovo partecipe ed entusiasta. Il 17 aprile 2023, inoltre, in Corso Italia 275 è stata affissa la targa che ricorda la nascita del calcio cittadino. Lì sorgeva l’albergo trattoria Caffè del Vapore, dove nel 1923 i dirigenti della Football Arezzo e della Pro Arezzo unirono le forze per la fondazione della Juventus Football Club Arezzo.

A 32 anni di distanza da quel triste sabato della cancellazione, la memoria di ciò che è accaduto e la speranza di un domani migliore si fondono insieme. Nella sua attività più che centenaria, l’Arezzo ha vissuto momenti belli e altri decisamente brutti, non è mai arrivato in serie A ma ha saputo superare tanti ostacoli. E quel “tormento ed estasi” che sventolava al Comunale negli anni ’60 resta lo slogan in cui tutti continuano a riconoscersi.