La sconfitta con la Vis Pesaro brucia come tutte quelle che arrivano inattese. L’allenatore ha rinunciato al turn over sia prima dell’inizio che a gara in corso, anche quando la squadra avrebbe avuto bisogno di un’iniezione di brillantezza. Ma il lavoro del tecnico in questi tre mesi resta buono. In ogni caso, ripensando alla sconfitta con il Trapani in Coppa Italia, all’uscita di scena dai playoff e alla svolta in panchina rimandata per troppo tempo, il sapore dell’incompiuta un po’ si mastica. E il prossimo anno l’asticella si alzerà al massimo
AHIA – E’ una sconfitta che fa male come tutte quelle che arrivano inattese. Il fattore campo, i due risultati su tre ma anche la buona condizione della squadra invitavano a un ottimismo razionale, fondato. Oltretutto la Vis veniva da un periodo poco positivo, con una vittoria appena nelle ultime tredici gare. Invece questo 0-1 ci ha ricordato che il rapporto dell’Arezzo con i playoff è sempre stato pessimo, a parte le eccezioni del 1998 e del 2019, quando comunque a Cutolo capitò quello che è capitato a Pattarello ieri sera, cioè sbagliare un rigore decisivo. Corsi e ricorsi storici di un calcio che sa essere crudele come poche altre cose nella vita. Peccato, qualificarsi al prossimo turno avrebbe dato un altro sapore al finale di stagione e forse alla stagione tutta intera.
I CAMBI – Bucchi ha rinunciato al turn over sia prima che durante il match e se la prima opzione aveva un senso, la seconda ha sollevato qualche dubbio in più. Capello e soprattutto Chierico in panchina fino al minuto 77 lasciano qualche rimpianto, è evidente, specie perché Mawuli aveva finito il carburante da un po’ e Dezi non è mai entrato in partita. La sensazione è che a un certo punto la squadra avesse bisogno di un’iniezione di freschezza, di brio, mentre le lancette giravano e la lucidità veniva meno, complice lo shock emotivo dei due rigori sbagliati e il gol assassino di Okoro. Ma ormai cambia poco.
SU E GIU’ – Tutti gli allenatori hanno pregi e difetti, è pleonastico sottolinearlo. Considerando il periodo in cui è arrivato, le difficoltà che c’erano, i rischi che correva e i risultati ottenuti, per Bucchi prevalgono i pro rispetto ai contro. L’unico acquisto che ha potuto ottenere è stato lo svincolato Dezi, senza squadra dalla primavera del 2024. Ha rivitalizzato il gruppo, anche instillandovi all’interno una filosofia diversa, più spregiudicata, che ha dato una scossa salutare. E’ stata la sua figura a rasserenare un ambiente sfilacciato da settimane di stallo sul piano tecnico e alla fine i numeri parlano, visto che la media punti si è alzata sia in casa che in trasferta. Bucchi ne ha vinte 9 su 15, playoff compresi, e non sono poche. Forse sono un po’ troppe le 6 sconfitte, figlie di un saliscendi di rendimento che, ora possiamo dirlo, ha accompagnato la squadra dal primo all’ultimo giorno. Su questo bisognerà lavorarci.
I SE E I MA – L’Arezzo ha chiuso la stagione al quinto posto, migliorando l’ottavo del 2024 e mettendo insieme 11 punti in più. La vera differenza c’è stata nel girone di andata (+9), mentre nel girone di ritorno si è registrato un +2 grazie al gol al 93′ di Pattarello a Piancastagnaio. E’ chiaro che la rosa di quest’anno era più larga, esperta e competitiva di quella di un anno fa, quando la squadra arrivò in C da neopromossa, secondo un percorso di crescita pianificato per tempo. Restano però diversi rimpianti seminati per la strada: in Coppa Italia, dove gli amaranto si sono fatti fregare dal Trapani in zona Cesarini, vanificando il vantaggio del fattore campo; nei playoff, dove è successa la stessa cosa contro la Vis Pesaro e i risultati buoni per la qualificazione era addirittura due; in campionato, dove la svolta in panchina è rimasta a bagnomaria troppo a lungo. Quel sapore d’incompiuta un po’ si mastica.
SERIE B – Il presidente Manzo e il direttore sportivo Cutolo, a caldo, hanno ribadito che la prossima stagione si punterà alla promozione diretta in B. E il mister, che ha avuto uno scambio di applausi con la sud dopo il fischio finale, ha spiegato che non servono rivoluzioni ma innesti mirati. Alzare l’asticella fino al massimo possibile rientra nella logica delle cose, anche se dilata le pressioni che dovrà sopportare la squadra nel campionato venturo. Il gol di Okoro è ancora in gola ma da domani sarà già 2025/26.