L’episodio si verificò lo scorso giugno al termine del primo Memorial Poggini, dedicato a squadre under 12. L’aggressore del direttore di gara, un 45 enne residente a Pesaro, venne identificato e ha poi ricevuto un Daspo di 4 anni. La ricostruzione dei fatti di quel giorno dentro lo spogliatoio

Lo scorso 8 giugno un increscioso episodio fece da epilogo al primo memorial Mirco Poggini che si svolse allo stadio. In campo sei squadre under 12: Arezzo, Pontedera, Vis Pesaro, Carrarese, Nuova Alba e Siena. Il torneo era dedicato al ricordo del custode e tuttofare del centro sportivo Le Caselle, morto l’8 giugno di due anni fa in un incidente stradale all’età di 58 anni.

Il padre di un ragazzino della Vis Pesaro, squadra sconfitta in finale dagli amaranto, riuscì a introdursi negli spogliatoi e aggredire il direttore di gara, ferendolo a un braccio e al corpo con morsi, pugni e colpi di sedia. Il 18enne Lorenzo Petrelli, appartenente alla sezione aretina, venne assistito dai sanitari della Croce Bianca e trasportato al pronto soccorso del San Donato, dove i medici riscontrarono due costole fratturate, problemi alla clavicola, escoriazioni e qualche ematoma. In totale 40 giorni di prognosi.

I carabinieri, grazie alle videocamere presenti all’interno dello stadio, identificarono l’aggressore, un 45 enne. A casa sua, qualche giorno dopo, furono rinvenuti orologi della vittima e chiavi dello spogliatoio. Dopo la denuncia, per l’uomo scattò il Daspo di quattro anni.

La Corte d’appello toscana, su questa vicenda, ieri ha ridotto l’ammenda a carico della Vis Pesaro per responsabilità oggettiva, da 6mila a 4mila euro. Il giudice sportivo, acquisiti gli atti, ha invece inflitto un’ammenda di 1.500 euro all’Arezzo perché “quale società ospitante ometteva ogni forma di controllo e assistenza, consentendo a persona estranea riconducibile a un sostenitore della società avversaria, di accedere indisturbato allo spogliatoio arbitrale, ove detto facinoroso, dopo averne chiuso a chiave la porta, poneva in atto ripetute azioni di violenza nei confronti dell’arbitro, che a causa di ciò riportava lesioni guaribili in 40 giorni. La sanzione viene aggravata a causa della richiesta della forza pubblica non presentata al direttore di gara”.

LA RICOSTRUZIONE DELL’AGGRESSIONE ALL’ARBITRO

“Il direttore di gara, dopo la fine della partita, mentre si trovava negli spogliatoi intento a compilare le liste, veniva raggiunto da un sostenitore sicuramente riconducibile alla società Vis Pesaro il quale, entrato senza bussare, dapprima lo insultava ripetutamente facendo riferimento ad episodi accaduti durante la gara in danno del sodalizio marchigiano (in particolare: un rigore dato in favore dell’Arezzo, una presunta posizione di fuorigioco di un giocatore dell’Arezzo non sanzionata) quindi, richiusa a chiave la porta alle sue spalle, manifestava intenti lesivi nei confronti del medesimo;

il D.G., intuendo la mal parata, cercava di non farsi raggiungere, provando a chiudere la seconda porta interna dello spogliatoio (questa non munita di chiavi), che però l’aggressore, con la forza, riusciva ad aprire;

quest’ultimo, una volta raggiunto il D.G., iniziava a picchiarlo dapprima sferrandogli un cazzotto in faccia all’altezza dello zigomo sinistro, che gli provocava grande dolore e lo rendeva frastornato, quindi gli bloccava le mani, per non farlo muovere, e a questo punto gli dava un violento morso nella zona clavicolare, stringendo con forza i denti;

dopo averlo fatto cadere a terra, l’aggressore iniziava a sferrare violenti calci, colpendo il D.G. nella zona delle costole e, non pago, afferrava una sedia di plastica che era al suo fianco e lo colpiva con violenza tra la schiena e il cranio, fino a spaccare la suppellettile;

infine, alzava di forza il D.G. da terra, facendogli sbattere la testa contro il muro e successivamente lo teneva con le mani sul collo, facendo pressione;

durante tutta l’aggressione il D.G. chiedeva aiuto a gran voce, fino a quando sentiva una persona che dall’esterno bussava alla porta provando ad aprirla, non riuscendoci dato che era chiusa;

a questo punto l’aggressore si avvicinava alla porta per aprirla con la chiave e nel mentre il D.G. riusciva a chiamare il 112, fuggendo poi dallo spogliatoio, dirigendosi velocemente verso l’esterno per denunciare quanto successo, chiedendo nel contempo plateale aiuto ai presenti;

in seguito all’aggressione subita, il D.G. veniva portato in ambulanza al Pronto Soccorso di Arezzo, dal quale veniva dimesso dopo alcune ore con prognosi di giorni 40, come da certificazione medica in atti;

in seguito all’accaduto il D.G. si accorgeva che l’aggressore, uscendo dallo spogliatoio, si era anche impossessato dei due orologi digitali che erano riposti sul mobiletto accanto alla porta dello spogliatoio, utilizzati dal medesimo D.G. per arbitrare”