Intervista a Guglielmo Manzo: “La vittoria di Ravenna l’ho vissuta con l’emozione del tifoso: mi ha ricordato la trasferta di Livorno del 2023. Lotteremo per la B fino all’ultimo, ne sono sicuro: Bucchi sta mettendo a frutto i quattro mesi della passata stagione, gli sono serviti per conoscere la squadra. Mi si è gelato il sangue per il divieto di Terni. Per le prefetture non è facile gestire l’ordine pubblico ma servono soluzioni diverse. Stiamo completando la documentazione per il nuovo Comunale, tra qualche anno potremo vederci la partita belli comodi in un impianto moderno”
Il 25 aprile 2021 la partita contro il Ravenna rappresentò l’anticamera della retrocessione in serie D. Domenica invece ha segnato il punto più alto, sportivamente parlando, della gestione che fa capo a Guglielmo Manzo. L’Arezzo nel frattempo ha recuperato il professionismo e, numeri alla mano, punta a quella serie B che manca dal 2007.
Presidente, come sta vivendo questo primato in classifica?
Con l’emozione del tifoso, la stessa che ho provato domenica a Ravenna. Uscire dallo scontro diretto con una vittoria così rotonda ma soprattutto con una prestazione così convincente è stato bello. Abbiamo dato una dimostrazione di forza eclatante, anche se il punteggio è stato troppo severo per i nostri avversari.
Un’ebbrezza del genere l’aveva mai provata in questi anni?
Forse a Livorno, quando vincemmo 4-0 in serie D, anche in quel caso sfatando un tabù che resisteva da decenni. La differenza è che lì eravamo già a marzo, la squadra non aveva ancora vinto il campionato ma era lanciatissima. Stavolta la partita di Ravenna può rappresentare uno spartiacque, ci ha dato la consapevolezza che resteremo in alto fino alla fine. Se poi andremo in B non lo so, ma ce la lotteremo di sicuro.

Arezzo, Ascoli, Ravenna. Chi è più forte?
Lo dirà il campo. Io ripeto sempre che dobbiamo guardare solo noi stessi. Se facciamo il nostro, non ce n’è per nessuno.
Cosa le piace di questa squadra?
Che ha personalità, non demorde nemmeno se le cose si complicano. Abbiamo rimontato in più di una circostanza, non è stato casuale. I ragazzi non mollano mai e mi rivedo in questa forza d’animo. Io nella mia vita non sono mai arretrato di un centimetro.
Quanto c’è di Bucchi nei risultati che stanno arrivando?
C’è molto, lui è un allenatore preparato e una persona di livello dal punto di vista umano. Quei quattro mesi che ha avuto la stagione scorsa per conoscere i giocatori e trasmettere le sue idee si stanno rivelando fondamentali. Quando a febbraio decidemmo di cambiare panchina, misi subito da parte l’ipotesi di un traghettatore. Ci serviva un tecnico pronto per avviare un nuovo percorso, di cui adesso raccogliamo i frutti.
Si aspettava un avvio di stagione così dirompente?
Me lo auguravo. Devo dire che abbiamo calciatori coscienziosi, che comprendono i sacrifici del club per mettere a loro disposizione strutture e professionalità. Io, il direttore, il mister, lo staff lavoriamo per garantirgli tutta la serenità possibile. I nuovi si sono integrati celermente perché il gruppo è sano e coeso. Fosse stato fragile, oggi parleremmo d’altro.
La trasferta di Terni la considera una trappola?
Di sicuro non sarà facile. La Ternana ha vissuto momenti complicati a livello societario ma se li è messi alle spalle. E l’organico, come dimostra la classifica, è di valore. Starà a noi togliere ogni velleità a un avversario che potrebbe tornare nelle prime posizioni.
La trasferta è stata vietata ai tifosi amaranto. Con i suoi colleghi presidenti avete mai parlato di questo tema? C’è un modo affinché le società possano tutelare gli spettatori corretti che vorrebbero solo andare a vedersi la partita?
È un tema spinoso che abbiamo affrontato diverse volte in Lega. Il divieto di sabato mi ha gelato il sangue, speravo ci fosse lo spiraglio per un’altra decisione. Le società di calcio non hanno il potere di condizionare i provvedimenti delle autorità di pubblica sicurezza, che devono prevenire incidenti e pericoli per tutta la cittadinanza. Non è un compito facile per le prefetture e le questure, quindi rinnovo l’appello ai nostri tifosi di comportarsi in modo inattaccabile, onde evitare conseguenze. È altrettanto innegabile che penalizzare un’intera tifoseria per episodi che hanno coinvolto poche decine di persone non è giusto. Va trovata una soluzione e, per quello che posso, cercherò di dare il mio contributo.
La squadra in questi giorni si sta allenando all’antistadio. Per i campini, che l’Arezzo ha in affitto, quale futuro immagina?
Per adesso si stanno rivelando molto utili. Per il futuro vedremo, dipenderà anche dall’approvazione definitiva del progetto stadio.
A proposito. A che punto siamo? Entro fine anno verrà messo tutto nero su bianco?
Stiamo rispettando i tempi che ci eravamo dati, con la definizione degli ultimi documenti necessari. Da parte del Comune abbiamo riscontrato una grande disponibilità, anche perché lo stadio nuovo sarebbe una delle opere più importanti del dopoguerra per la città. Prima della fine del 2025 contiamo di avere il via libera per l’inizio dei lavori e tra qualche anno potremo vederci la partita belli comodi nel nuovo impianto.