A Forlì di sabato alle 17.30, a Pesaro e Guidonia di venerdì alle 20.30, a Carpi di giovedì alle 20.30, a Gubbio di sabato alle 14.30. E al Molinari nel posticipo del 9 marzo, in quella che si candida fin da ora al titolo di partita più scomoda del decennio. Lo spezzatino ormai domina, in cambio di una ribalta mediatica che non cancella i disagi di tanti tifosi attaccati alla propria squadra. Sempre che qualche prefetto non disponga altri divieti, magari per la concomitanza con la sagra paesana lì vicino
La domenica non è più il giorno della partita di pallone. Una banalità ribadirlo oggi, dopo anni di calcio spezzatino, anticipi e posticipi a orari improbabili e spalmati lungo tutta la settimana. Ieri però, alla pubblicazione del calendario di qui a marzo, in molti hanno sgranato gli occhi. Nel girone di ritorno sapete quante volte l’Arezzo giocherà di domenica in trasferta? Zero. Mai. Il che significa che quei pazzi che ancora coltivano la passione per la propria squadra, dovranno farsi un mazzo tanto per organizzare il viaggio al seguito, ammesso e non concesso che non scatti qualche altro divieto, magari per la concomitanza con la sagra paesana lì vicino.
Ricapitolando. A Forlì di sabato alle 17.30, a Pesaro e Guidonia di venerdì alle 20.30, a Carpi di giovedì alle 20.30, a Gubbio di sabato alle 14.30, a Campobasso di lunedì alle 20.30. E quest’ultima si candida fin da ora al titolo di trasferta più scomoda del decennio. Va ricordato che nel girone di andata l’Arezzo è sceso in campo di venerdì alle 21 a Pontedera, di martedì alle 17.30 a Piancastagnaio, di venerdì alle 20.30 a Rimini, mentre Terni, Perugia e Livorno sono state vietate ai tifosi aretini. Ad Alessandria con la Juventus Next Gen si è giocato sì di domenica ma alle 12.30. Le uniche due eccezioni, per le quali occorre ringraziare non si sa chi (probabilmente la casualità), sono rappresentate da Ravenna e Ascoli, trasferte attesissime per motivi di classifica e fissate la domenica all’orario classico delle 14.30.
In casa non è andata troppo meglio. Finora l’unica gara giocata nel giorno del Signore è quella del 30 novembre contro la Samb. Il resto dell’elenco comprende quattro partite di venerdì (Forlì, Guidonia, Gubbio, Bra), tre di sabato (Vis Pesaro, Carpi, Campobasso) e una di lunedì (Pineto). Nelle prossime settimane, deo gratias, il Comunale aprirà di domenica quattro volte ma mai alle 14.30: gli amaranto scenderanno in campo all’ora di pranzo contro la Juventus Next Gen, alle 17.30 contro Pontedera, Pianese e Ravenna. La Ternana è attesa di mercoledì e probabilmente senza pubblico amico.
Tutto ciò in cambio della ribalta mediatica di Sky, che offre una vetrina nazionale e una visibilità di primo livello. Ma il tornaconto economico per i club, specie per quelli che hanno budget milionari come l’Arezzo perché puntano alla serie B, è molto esiguo. Per i tifosi invece le difficoltà sono tangibili e non sempre superabili, sempre che qualche prefetto non tagli la testa al toro disponendo l’alt a tutti i residenti, chiudendo così il cerchio del disagio.












