il presidente Guglielmo Manzo con Filippo Guccione

Dal 2026/27 le società di serie C potranno spendere in emolumenti soltanto il 55% del valore della produzione. Per l’Arezzo, conservare i 4 milioni di monte ingaggi che il club erogava al 31 dicembre, vorrebbe dire fatturare almeno 7 milioni e 200mila euro complessivi. Il tetto ai salari entrerà a regime solo tra due stagioni mentre nella prossima sarà operativo in via sperimentale

In questa stagione, secondo i dati aggiornati al 31 dicembre 2024, il monte ingaggi più alto di tutta la Lega Pro ce l’aveva il Catania con 11 milioni e 629mila euro. Al quarto posto c’era la Triestina con 7 milioni e 973mila euro, al sesto la Spal con 6 milioni e 546mila euro. Subito dopo la Ternana con 6 milioni e 363mila euro. Tutti e quattro questi club hanno chiuso la stagione regolare con una penalizzazione in classifica per varie inadempienze: 1 punto il Catania, 3 la Spal, 2 la Ternana, 5 la Triestina. Quattro delle sette società che più hanno speso soldi, non hanno brillato per buona amministrazione. Non solo, due di queste si sono salvate ai playout (Spal e Triestina), una è già uscita dai playoff (Catania) e solo la Ternana è ancora in corsa per la B.

E’ una delle tante contraddizioni che caratterizzano la terza serie italiana. Ed è uno dei motivi per cui dalla stagione 2025/26 entrerà in vigore in via sperimentale il Salary Cap, rimandandone l’applicazione definitiva al 2026/27. “Bisogna mettere un controllo ai costi, perché altrimenti il sistema implode. Con la finanza non a posto non si può fare calcio” ha detto il presidente Matteo Marani, anche se i dettagli applicativi di questa rivoluzionaria (?) novità devono ancora essere chiariti a fondo.

Per adesso si sa soltanto che il tetto di spesa per gli stipendi non sarà uguale per tutti. Ciascun club potrà spendere in ingaggi fino al 55% del valore della produzione. Faranno fede i contratti siglati dopo il primo luglio 2025. In questa fase non sono previste penalità in classifica ma soltanto multe da utilizzare per il finanziamento della riforma-Zola che punta a incentivare, dietro premi in denaro, l’utilizzo di calciatori cresciuti nei settori giovanili delle società. Dall’anno prossimo però i club morosi potrebbero addirittura essere esclusi dal campionato, anche se per adesso si tratta di ipotesi.

Quello della Lega Pro sarebbe dunque un relative Salary Cap, basato sull’individuazione di un rapporto virtuoso fra gli emolumenti complessivi e il valore della produzione del club che consente di determinare una soglia al monte ingaggi di ciascuna società. Non si tratta, come riporta Calcio e Finanza, di un Salary Cap individuale in quanto l’ingaggio del singolo calciatore non viene preso in esame se non nell’ipotesi di sforamento del predetto rapporto.

La fase sperimentale, secondo la Lega Pro, dovrebbe consentire una corretta simulazione dell’impatto che il Salary Cap avrebbe sull’operatività di ciascuna società; una conseguente revisione di quelle disposizioni che, all’esito della concreta applicazione del modello, dovranno essere migliorate per il raggiungimento della stabilità finanziaria delle società associate; un confronto con gli organismi preposti al fine di trovare il giusto contemperamento degli interessi di tutti i soggetti coinvolti; una corretta politica gestionale e previsionale delle società in funzione delle disposizioni che diverranno effettive nella stagione successiva.

Un esempio che riguarda l’Arezzo, giusto per provare a capire un po’ di più. Al 31 dicembre 2024 la società amaranto aveva un monte ingaggi di 3 milioni e 983.035 euro, il 6° del girone B e il 19° di tutta la Lega Pro. Una soglia che poi è lievitata, considerando le operazioni di mercato in entrata riguardanti Gilli, Capello, Ravasio, Dezi e mister Bucchi con il suo staff, a fronte delle uscite di Masetti, Del Fabro, Gaddini, Gucci e Zona. Restiamo comunque sulla cifra di dicembre, arrotondata per semplicità di calcolo a 4 milioni. Per conservare quel monte ingaggi, l’Arezzo dovrà avere un valore della produzione (parametro più o meno simile al fatturato) pari a 7 milioni e 200mila euro.

Se tutto questo servirà per evitare casi spinosi come quelli che hanno riguardato di recente Taranto e Turris ma anche Lucchese, Foggia e Messina, lo dirà il tempo. Per adesso la Lega Pro, nonostante le buone intenzioni dei suoi vertici, continua a far discutere soprattutto per la presenza delle squadre B, uno degli esperimenti più insensati di sempre. A proposito, per le under 23 dei grandi club come verrà calcolato il Salary Cap, visto che i bilanci di queste formazioni sono persi tra le voci del bilancio generale? Chissà.