Il comitato ingaggia una nuova battaglia legale dopo il decreto prefettizio con cui è stata interdetta la vendita dei biglietti ai residenti in provincia di Arezzo per la partita di sabato a Livorno. “Necessario un tavolo con Ss Arezzo, sindaco, assessore per trovare soluzioni. Altrimenti giusto fermarsi”
Il comunicato di Orgoglio Amaranto in relazione al divieto di trasferta per la partita di sabato a Livorno imposta dal decreto prefettizio con cui è stata vietata la vendita dei biglietti ai residenti in provincia di Arezzo.
“Preso atto dell’ennesimo, incomprensibile divieto di trasferta che proibisce a chi è residente in provincia di Arezzo di assistere alla partita di sabato a Livorno, Orgoglio Amaranto prende una posizione ferma e chiara. Abbiamo sempre provato a combattere certe decisioni facendo ricorso al Tar contro delibere che ogni volta ledono il principio che in ogni stato di diritto dovrebbe essere dovuto a liberi cittadini che vivono da decenni una passione. Poter seguire la propria squadra in trasferta dovrebbe essere un dogma condiviso da tutti. Per questo il comitato annuncia un nuovo ricorso al Tar della Toscana per ottenere il rispetto del diritto dei tifosi, intesi come liberi cittadini, di potersi recare a vedere la partita in trasferta.
Ma l’impegno e l’obiettivo non si ferma qui, perché l’altro punto centrale è la volontà di entrare nel merito con il successivo percorso processuale che possa dimostrare la sproporzionalità delle misure adottate rispetto ai fatti oggettivamente accaduti. Adesso chiediamo a tutte le istituzioni coinvolte di fare una riflessione, di fermarsi per capire la strada che altri stanno dando al calcio. Chiediamo il coinvolgimento della Società Sportiva Arezzo, del sindaco, dell’assessore allo sport per sedersi con noi a un tavolo per trovare soluzioni convincenti a un problema che sta, di settimana in settimana, diventando sempre più evidente. Si parla del calcio delle province, si parla del calcio dei campanili ma adesso cosa ci rimane?
Orgoglio Amaranto è un comitato di tifosi che non può permettere che ragazzini che si affacciano per la prima volta allo stadio vivano una trasferta come un’eccezione alla regola. Non possiamo permettere che questi giovani tifosi crescano senza poter vivere un derby con i propri rivali nella curva opposta. Fermiamoci tutti per una doverosa riflessione su questo tema. Così non si può più andare avanti”.












