il presidente Guglielmo Manzo

Il presidente Guglielmo Manzo si gode il buon avvio di stagione: “La squadra è forte, Giovannini e Indiani sono una risorsa in più. Voci di cessione? Smentisco. Venerdì abbiamo pagato gli stipendi di agosto, a breve partiranno i lavori per il sintetico a Le Caselle, vogliamo in gestione anche l’impianto di Rigutino. Con l’hotel Galileo Palace risparmiamo quasi mezzo milione di euro. Il modello è la società di Corsi. Ai tifosi dico che nel 1984 vidi tante partite al Comunale. Ero militare nel 225°, mi sono innamorato della città, il destino non mi ha riportato qui per caso”

Dalla serata ferale del 21 maggio al radioso pomeriggio di due giorni fa. Il Gavorrano, corsaro a primavera nei playoff e rimontato domenica in campionato, ha aperto e chiuso un piccolo grande cerchio sia per l’Arezzo che per Guglielmo Manzo, passato dalla contestazione per una stagione buttata via (la seconda di fila) alla speranza (concreta) di un’annata felice.

Presidente, se l’aspettava un avvio di campionato così?

Ci speravo. A Orvieto ho vissuto una giornata fantastica, con tutta quella gente al seguito dei ragazzi. E domenica mi sono emozionato. La coreografia era uno spettacolo. Mi auguro che questo clima ci possa accompagnare fino all’ultima giornata.

Domenica ha temuto di non vincerla?

No. I nostri 6 punti sono figli di due belle partite. Abbiamo una squadra forte e un valore aggiunto che è la panchina, i cambi lasciano la squadra su un livello altissimo.

Ricorda il suo stato d’animo dopo l’eliminazione dai playoff?

Lo ricordo bene purtroppo. C’era una grande amarezza per due campionati brutti brutti. Oggi è tutto diverso, la società si sta assestando dal punto di vista finanziario e tecnico. Sono sicuro che due uomini di calcio come Giovannini e Indiani sapranno dare all’Arezzo qualcosa in più, anche nei momenti difficili.

I bilanci della società, specie dopo la retrocessione, hanno rappresentato una grande preoccupazione per i tifosi. A che punto è l’iter per l’aumento di capitale?

Abbiamo versato quasi tutto il necessario, manca poco. Faccio presente che venerdì l’Arezzo ha saldato gli stipendi di agosto ai tesserati. Non credo ci siano in giro molti club così puntuali, neanche tra i professionisti.

il presidente domenica in tribuna con la famiglia

Quindi può smentire le voci che ogni tanto si rincorrono su una strategia di uscita da parte sua e sulla possibilità che il club venga ceduto?

Le smentisco assolutamente. La mia ambizione è seguire l’esempio dell’Empoli e fare dell’Arezzo una società stabile sotto ogni profilo: bilanci, strutture, gestione sportiva, categoria consona alla nostra storia. Che, tanto per intendersi, non è la D e nemmeno la C.

Non sarà facile.

Ma non è impossibile. Il mio impegno personale sarà sempre più marcato, ho capito che serve una testa a dirigere e uno staff di professionisti che lavori secondo le proprie competenze. Prima eravamo in troppi ad avere voce in capitolo. Dalle prossime settimane sarà sempre più l’Arezzo di Guglielmo Manzo.

A proposito di strutture. Con il Comune è emersa qualche fibrillazione riguardo i lavori da effettuare allo stadio e a Le Caselle. I rapporti adesso come sono?

Cordiali come sempre. C’è stato un incontro chiarificatore, abbiamo aggiornato il cronoprogramma e lo rispetteremo. A Le Caselle sono in partenza gli interventi per il nuovo campo sintetico. L’Arezzo ha già versato 35mila euro di acconto a ItalGreen, l’azienda incaricata di preparare il manto. Appena arriverà l’ok della Lega, cominceremo.

Il modello Empoli è imperniato sul settore giovanile, lo sa?

Eccome. Al Comune ho presentato una manifestazione d’interesse per prendere in gestione l’impianto di Rigutino. Serve un investimento di circa 60mila euro per la riqualificazione, ma sarebbe una risorsa importante per noi. Contiamo di ottenere presto l’assegnazione. I giovani sono la mia passione, a Roma vedo un sacco di partite.

Cioè?

Non bevo, non fumo. Lo sfizio che mi tolgo è girare per i campi a cercare qualche ragazzino di talento. Alcune settimane fa ne ho segnalato uno a Giovannini. Lui l’ha visionato, l’ha preso e l’abbiamo lasciato in prestito nella capitale.

Un punto di svolta è l’hotel di proprietà a Rigutino, il Galileo Palace. Quanto risparmia la società?

Le dico questo: l’anno scorso, tra prima squadra e Juniores, abbiamo speso circa mezzo milione di euro per vitto e alloggio. Quest’anno, aggiungendo che la Juniores ha tanti ragazzi del posto e che il ritiro estivo è stato effettuato in sede, ne spenderemo poco più di 30mila.

Guglielmo Manzo nel pregara con il Gavorrrano

Preoccupato per il caso biglietti di domenica a Figline?

Sto seguendo costantemente la situazione. Purtroppo non dipende da noi ma l’Arezzo farà di tutto per tutelare i propri tifosi. Siamo riusciti a spostare la partita con il Terranuova da mercoledì 28 a sabato 24 anche per questo. Il pubblico va rispettato.

Quando arrivano le maglie nuove, presidente?

Spero che la squadra possa utilizzarle già contro la Sangiovannese. Altrimenti debutteranno nella partita successiva. Garantisco che il colore è quello giusto, l’altra volta siamo incappati in un errore che è anche colpa mia.

In che senso?

L’ultima parola sulle decisioni più importanti spetta a me, com’è naturale che sia. Purtroppo soffro di un leggero daltonismo, in certe condizioni di luce non distinguo bene i colori. La maglia mi sembrava amaranto, mi sono accorto dell’abbaglio soltanto in seguito. E abbiamo rimediato.

Il centenario dell’Arezzo è dietro l’angolo. C’è una promessa che vuole fare ai tifosi?

La promessa del massimo impegno, mio personale e del gruppo di lavoro. Sabato sono andato a farmi una passeggiata in Corso Italia con la famiglia, finalmente ho respirato un’aria di serenità. Non abbiamo ancora vinto niente, la strada è lunga, però sono ottimista. E continuo a pensare che il destino non mi abbia riportato qui per caso dopo tanti anni.

Dopo gli anni del militare intende?

Esatto. Nel 1984 facevo parte del 225esimo di fanteria. Ero allo stadio il giorno dell’amichevole tra Arezzo e Napoli, la prima partita giocata da Maradona in Italia. E poi ci sono tornato tante volte in quella stagione. Spesso andavo in maratona, a volte in tribuna con il tenente colonnello Mario Sessa, comandante del battaglione, una persona che ricordo con grande affetto. Nella vita mai dire mai, ma è per questo che l’Arezzo non lo lascio. Ora poi in società c’è una unità d’intenti molto forte. E’ iniziato un percorso nuovo.

Nato nel 1972, giornalista professionista, ha lavorato con Dahlia, Infront, La7 e Sky. Scrive anche per Arezzo Notizie e Up Magazine, collabora con Teletruria dal 1993. E' il direttore di Amaranto Magazine